Sono conosciute come le nonne di Plaza de Mayo. Un gruppo di donne da 41 anni affamate di giustizia, spinte dal loro amore per i figli e i nipoti scomparsi. Le nonne di Plaza de Mayo infatti sono un movimento per la ricerca dei desaparecidos della dittatura argentina. E adesso sono state ufficialmente candidate alla prossima edizione del Premio Nobel per la pace
Sono conosciute come le nonne di Plaza de Mayo. Un gruppo di donne da 41 anni affamate di giustizia, spinte dal loro amore per i figli e i nipoti scomparsi. Le nonne di Plaza de Mayo infatti sono un movimento per la ricerca dei desaparecidos della dittatura argentina. E adesso sono state ufficialmente candidate alla prossima edizione del Premio Nobel per la pace.
Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stato il sito argentino Minuto 1. Le nonne sono state nominate dal deputato Daniel Filmus del Fronte per la Vittoria per la loro
“lotta da più di di 40 anni in difesa dei diritti umani e della democrazia. Nella loro storia lunga quattro decenni, le Nonne hanno trovato e restituito l’identità a 127 argentini”.
Durante l’ultima dittatura militare argentina (1976-1983), circa 500 neonati e bambini furono rapiti dagli oppositori politici. Della maggior parte di loro non si ebbero più notizie. I bambini sono così diventati parte integrante della lotta per la memoria, la verità e la giustizia in relazione ai crimini commessi dallo stato argentino durante la dittatura.
Il colpo di Stato del 24 marzo 1976 impose un regime fascista, seminando paura e oppressione. Fu allora che un gruppo di madri, padri e familiari di desparecidos iniziarono un movimento di resistenza non violenta. Il 30 aprile 1977 cominciarono a marciare ogni giovedì intorno alla Piramide de Mayo, nell’omonima piazza coprendo la testa con un fazzoletto bianco. Il gruppo nel giro di poco iniziò a esercitare una forte pressione nazionale e internazionale sul destino delle persone scomparse in Argentina.
L’Associazione Civile Nonne di Plaza de Mayo da oltre 40 anni cerca quei bambini, ormai adulti, sperando di riportarli a casa. Ma non solo. Le nonne stanno lottando per far pagare tutti i responsabili.
Estela de Carloto, presidente del gruppo, ha detto:
“È meraviglioso essere accettati e nominati, ma il nostro sogno rimane ancora”.
Non si tratta però della prima candidatura delle Nonne al Nobel per la pace. Già a maggio del 2008 l’organizzazione aveva ottenuto una nomina al Premio senza successo. Candidatura ripresentata anche nel 2010.
A ottobre il Comitato norvegese per l’assegnazione del Nobel sceglierà tra i 329 candidati per il Nobel di quest’anno. Le nonne lo meriterebbero tutto visto che da oltre 40 anni combattono in nome dell’amore per i propri figli e nipoti, senza mai perdere la speranza di riabbracciarli.
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Francesca Mancuso