Il Nepal nella storia: è il primo Paese dell’Asia meridionale a consentire il matrimonio tra persone dello stesso sesso

Una sentenza storica ha ordinato la registrazione legale dei matrimoni tra persone dello stesso sesso in Nepal

La corte suprema del Nepal ha ordinato la registrazione legale dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, un primo passo verso l’uguaglianza matrimoniale per le persone LGBTQ+ nell’Asia meridionale conservatrice.

Il giudice della Corte Suprema Til Prasad Shrestha ha stabilito che i matrimoni di coppie omosessuali e non tradizionali devono essere registrati come “temporanei” fino a quando i legislatori non elaboreranno un nuovo quadro giuridico per sostenere tali unioni in modo permanente.

In una sentenza provvisoria del 28 giugno, il giudice ha ordinato al governo nepalese di istituire un registro dei matrimoni separato per le coppie dello stesso sesso, che secondo gli avvocati avranno gli stessi diritti dei partner eterosessuali.

Solo Taiwan in tutta l’asia ha legalizzato le unioni civili tra persone dello stesso sesso

La sentenza rende il Nepal il primo Paese a riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso in Asia meridionale, dove Bangladesh, Bhutan, India, Pakistan, Sri Lanka e Maldive si sono opposti alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Nel resto dell’Asia, solo Taiwan le ha legalizzate.

La sentenza ha fatto seguito a una petizione presentata il mese scorso dagli attivisti LGBTQ+ per far rispettare le sentenze esistenti, risalenti al 2007, che istruivano il governo a modificare la legislazione nepalese per riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso in nome della parità di diritti. I governi che si sono succeduti finora non hanno modificato la legge.

Tra i firmatari della petizione, Pinky Gurung, c’è una donna trans che dirige il gruppo nepalese per i diritti gay Blue Diamond Society, che ha definito l’ultimo verdetto storico.

Penso che dimostri che gradualmente ci sono persone che ci accettano.

Un censimento del 2011 ha stimato che in Nepal 1.500 persone si identificano come lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali o con altre identità sessuali o di genere diverse, ma gli attivisti hanno affermato che la comunità queer è in realtà composta da 2,5 milioni di nepalesi in un Paese di 30 milioni.

Il Nepal dal 2006 sta cercando di eliminare la discriminazione sociale

Maya Gurung, una donna trans che ha sposato il suo compagno Surendra Pandey sei anni fa con una cerimonia indù non certificata ufficialmente dalle autorità, ha sostenuto che la battaglia legale non è finita:

Ora possiamo finalmente sentire che il nostro matrimonio sarà legalmente sicuro.

In più l’attivista ha aggiunto che ora chiederà i privilegi concessi a tutte le coppie sposate. Anche i diplomatici occidentali hanno salutato con gioia la sentenza, giunta durante il mese del Pride globale che celebra le persone LGBTQ+ e la loro battaglia per superare i pregiudizi.

L’ambasciatore statunitense Dean Thompson ha dichiarato:

Mentre concludiamo il mese del Pride, ci viene ricordato che la libertà di sposarsi significa ben poco senza la libertà di sposare la persona che si ama. Il Nepal continua a dimostrare una leadership regionale nella promozione dei diritti delle comunità LBGTIQA+.

Il Nepal ha infatti cercato di eliminare la discriminazione sociale da quando, nel 2006, è terminata una decennale ribellione maoista e due anni dopo è stata smantellata la monarchia indù di 239 anni. I cittadini che non si identificano né come maschi né come femmine possono usare un terzo genere sul passaporto e su altri documenti ufficiali, in linea con le linee guida contro la discriminazione stabilite nella nuova costituzione del Nepal approvata nel 2015.

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