Un nuovo studio guidato dall’Università del Colorado rivela che i Neanderthal passavano il tempo in spiaggia, facendo tanti bagni nei pressi di Gaeta
Neanderthal abili guerrieri, cacciatori esperti, ma anche amanti del mare: un nuovo studio guidato dall’Università del Colorado (Usa) rivela che la popolazione preistorica, poi estinta, potrebbe aver trascorso tempo in spiaggia, facendo tanti bagni nel mar Mediterraneo, nei pressi di Gaeta.
La ricerca ha prodotto interessanti risultati in particolare sulla Grotta dei Moscerini, poco sopra una spiaggia nella zona che oggi è nella regione Lazio. E le conclusioni partono da una scoperta molto lontana. Già nel 1949, infatti, gli archeologi che lavoravano all’epoca sul sito avevano scoperto alcuni manufatti insoliti: dozzine di conchiglie che i Neanderthal avevano raccolto e poi trasformato in strumenti affilati circa 90.000 anni fa.
Ora si scopre che la popolazione non raccoglieva solo conchiglie sulla spiaggia, ma probabilmente “approfittava” del bel mare di Gaeta e dintorni per fare bagni e immersioni. E questa deduzione è partita dagli stessi ritrovamenti del lontano 1949.
Foto: PLOSE ONE
I ricercatori hanno infatti hanno dato un’occhiata più da vicino a quegli strumenti, scoprendo che tre quarti di loro avevano esterni opachi e leggermente abrasi, come se fossero stati levigati nel tempo, aspetto atteso da conchiglie lavate su una spiaggia sabbiosa, ma gli altri avevano un esterno lucido e liscio. Questi, altre conchiglie un po’ più grandi, sono state probabilmente strappate direttamente dal fondo del mare.
Foto: PLOSE ONE
“Il fatto che stessero sfruttando le risorse marine era noto – spiega Paola Villa, che ha guidato la ricerca – Ma fino a poco tempo fa nessuno ci ha prestato molta attenzione”.
Anche se è noto da tempo che i Neanderthal non erano poi così “primitivi”, avendo inventato la pittura rupestre per esempio, erano famosi finora per la realizzazione di punte di lancia in pietra, ma non per la lavorazione delle conchiglie in strumenti.
E invece ora sappiamo che la popolazione era molto abile anche in questo: i reperti del 1949, 171 strumenti ottenuti dal guscio di un mollusco locale della specie Callista Chione, sono stati ottenuti con martelli di pietra per tagliare via questi gusci, formando arnesi che sarebbero poi rimasti sottili e affilati per lungo tempo.
“È del tutto possibile che i Neanderthal raccogliessero conchiglie fino a 2-4 metri – continua la Villa – Certo, non avevano attrezzatura subacquea vera e propria”.
Il team ha anche scoperto un gran numero di pietre pomici che i Neanderthal avevano raccolto e che avrebbero potuto usare come strumenti di abrasione, arrivate nella grotta Moscerini da eruzioni vulcaniche avvenute a più di 60 chilometri a sud.
“Le persone stanno iniziando a capire che i Neanderthal non cacciavano solo grandi mammiferi. Hanno anche fatto cose come la pesca in acqua dolce e persino bagni relativamente in profondità” conclude la ricercatrice.
Il lavoro è stato pubblicato su PLOSE ONE.
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