British Museum of Food: il curioso museo del cibo che mostra cosa accade al corpo quando mangiamo

Cosa succede ad una mela una volta ingerita nel nostro corpo? A questa e a tante altre domande, risponderà il British Museum of Food, ovvero il primo museo al mondo del cibo che apre venerdì 23 ottobre al Borough Market, lo storico mercato gastronomico di Londra.

Cosa succede ad una mela una volta ingerita nel nostro corpo? A questa e a tante altre domande, risponderà il British Museum of Food, ovvero il primo museo al mondo del cibo che apre venerdì 23 ottobre al Borough Market, lo storico mercato gastronomico di Londra.

Sarà la prima istituzione culturale dedicata alla storia, all’evoluzione, alla scienza, alla sociologia e all’arte dell’alimentazione, parola del team di Bompas & Parr, il colosso internazionale del food design che ha progettato il museo.

Il cibo ha una storia così affascinante, collegata alla politica, alla tecnologia, alla società, afferma Harry Parr.

Ora c’è una maggiore attenzione per il cibo in tutte le sue forme. Speriamo di cambiare la percezione delle persone, facendole riflettere su quello che mangiano e sull’importanza del cibo nella cultura, e anche di essere una piattaforma per la sperimentazione e l’innovazione, incalza Sam Bompas.

Dopo il Museo dell’empatia, Londra si riconferma, quindi, una città all’avanguardia nel capire quelle che sono le esigenze dei suoi abitanti. Il British Museum of Food rimarrà aperto solo per tre mesi, sarà quindi, un allestimento temporaneo, non si esclude che, successivamente, trovati i finanziatori diventi una sede permanente. Due piani per convincere i visitatori a rivalutare il loro rapporto con il cibo, per trasmettere i principi di un’ alimentazione sana e per contribuire a migliorare la salute degli inglesi e non solo, spiegando ogni aspetto di ciò che mangiamo e beviamo.

museo del cibo

Dai campi, alla tavola, alla bocca… e molto altro, così recita lo slogan del BMOF che, promette di far riflettere sulla dimensione culturale del cibo. Si parte con un viaggio digitale all’interno del corpo umano alla scoperta del percorso che fa il cibo, si passa attraverso l’Atelier del gusto, sezione storica dedicata ai migliori menù dell’epoca vittoriana, per arrivare infine ai sei saloni tematici.

Da non perdere il Choco-Phonica dedicato al cioccolato dove i visitatori saranno i protagonisti di un progetto scientifico del professor Charles Spence. Ad ognuno, verrà data della cioccolata da gustare in una cabina insonorizzata ma, di sottofondo ci saranno diverse colonne sonore musicali. Obiettivo della ricerca, quella di capire come il suono possa modificare il gusto.

Questo esperimento pilota potrebbe diventare un centro istituzionale di ricerca sulla cultura alimentare, i tre mesi saranno appunto il banco di prova per la creazione di un museo del food che riesca veramente a cambiare le abitudini alimentari scorrette.

Potremmo dire, insomma, che l’idea è stata liberamente tratta dai temi di Expo 2015, ci auguriamo però che il Museo riesca laddove l’esposizione universale ha fallito, ovvero nutrire il Pianeta in maniera sostenibile.

Dominella Trunfio

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