Il linguista Luca Serianni è morto, ma le sue lezioni così amate dagli studenti non finiranno mai

Il brillante linguista italiano lascia un'eredità di libri e di insegnamenti impossibile da cancellare, di cui tutti beneficeremo

Appena pochi giorni fa la notizia dell’auto in corsa che lo aveva travolto su una strada di Ostia, poi il trasporto in ospedale a Roma, le condizioni da subito molto critiche, il coma. E nonostante questo, la notizia della morte del linguista Luca Serianni sembra un fulmine a ciel sereno, una di quelle che ti sconvolgono la giornata per la loro incredibilità.

Ci mancherai molto, professore, e mancherai alle centinaia di studenti che hai fatto innamorare della Lingua Italiana e che hanno seguito magari le tue orme, divenendo insegnanti a loro volta e vogliosi come te di trasmettere e diffondere la cultura, l’unico virus che potrà salvarci da un futuro quanto mai incerto.

Con competenza e rigore hai guidato i tuoi studenti negli anni più belli e più duri, quelli della formazione universitaria, quelli in cui si fanno scelte e si costruiscono relazioni che dureranno per tutta la vita. E infatti, e non sorprende affatto, sono centinaia gli uomini e le donne che ti ricordano e ti piangono come il loro professore, un gradino fondamentale nella loro scalata verso la cultura e, al tempo stesso, l’età adulta.

Ma non eri solo questo. Sagace, ironico, brillante, hai saputo raccontare un Paese – il nostro – con sguardo disincantato, restando umile osservatore del nostro tempo, ancorato alle radici gloriose del passato senza mai perdere il contatto prezioso con la realtà presente.

Se pensi a tutti i ragazzi che si sono formati sui tuoi libri di grammatica, sulle tue storie della letteratura italiana, a tutti gli appassionati di letteratura che hanno consultato mille e mille volte la tua Garzantina o il vocabolario in cui anche tu hai messo il tuo zampino…quanta cultura, quanto sapere è germogliato dalla tua penna e dai tuoi scritti!

Ed è questa l’eredità che ci lasci, caro professore: un mare di testi e di lezioni (di italiano, di vita) in cui è bello naufragare per poi riemergere come persone nuove. In un mondo in cui la cultura sembra sempre più di nicchia e appannaggio di pochi, tu l’hai resa accessibile a tutti, in modo semplice e efficace.

Arrivederci professore.

Cari studenti, so di usare un artificio da retore, ma voi per me rappresentate lo Stato, e confido che questa dichiarazione lasci in voi traccia per il vostro futuro.

(Luca Serianni, Lectio Magistralis di congedo dall’insegnamento accademico nel 2017)

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