Di una cosa siamo certi: la tv (ma solo quella italiana?) si fa tanto paladina dei diritti calpestati. Ma giusto il tempo di uno zapping su Sanremo. Poi, con un colpo di spugna, smonta tutto. Solo per fare audience
Chiamato a dare una sua opinione sugli stili dei cantanti sul palco dell’Ariston (beh, almeno ha paragonato Noemi alla Venere che esce dall’acqua), a più da una settimana dal termine di Sanremo numero 72, Vittorio Sgarbi ne ha per tutti.
Achille Lauro è formidabile come performer, ma perché deve andare nudo e tatuato? Drusilla, l’unica donna nonostante fosse un uomo, poi c’era uno tutto vestito male che cantava Bambola essendo un uomo e poi c’era lui, Bravi, tutto femmina, che cantava come se fosse una donna.
Eccolo Vittorio Sgarbi nel corso della trasmissione Dedicato andata in onda sabato 12 febbraio, su Rai1.
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Tra i sorrisetti compiacenti di una Enrica Bonaccorti e il silenzio della Auteri dopo uno scoppio di risata, ecco cosa ha detto Sgarbi, controbattuto solo per un attimo da Marco Carrara:
A Sanremo c’era quell’altro che cantava una canzone di Battisti, che si chiama Bravi, tutto femmina. E cantava rivolgendosi ad una donna come se fosse un maschio. La canzone è fatta da Battisti per una donna e lui era un uomo e la declinava al maschile.
QUI trovi il video su RaiPlay
La risposta di Michele Bravi – la cui sensibilità abbiamo già sottolineato QUI – non si è fatta attendere. Tra le sue righe ancora la sua grande intelligenza e la sua profondità d’animo:
Non amo dare spazio o voce a persone che ignorano la bellezza della libertà di espressione individuale, né tantomeno demonizzare una risata imbarazzata dovuta all’imprevisto di una diretta. Non farò nomi e vi invito a non andare a scavare. Colgo però lo spunto, visto che da ieri mi state mandando un video di una trasmissione dove si accusa la mia eccessiva femminilità, per dire che sono orgoglioso di dare voce a un approccio non giudicante dell’individualità. Non smetterò mai di dire con la mia musica “siate completamente voi stessi”.
Questa non è una lotta che riguarda la comunità Lgbtqi+, ma ha a che fare con la possibilità di tutti di raccontare al mondo i propri colori. È un segno di civiltà rispettare e accettare opinioni diverse dalla propria, ma è un peccato lasciare che giudizi medievali limitino la vostra creatività. Siate creativi sempre.
Siate creativi sempre. pic.twitter.com/GaWUAmoULL
— Michele Bravi (@michele_bravi) February 13, 2022
A questo punto, posso dirlo?, mi dispiace per l’immensa Serena Autieri che si impelaga in queste pochezze televisive. È il teatro il suo posto.
Fonti: RaiPlay / Twitter
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