Prima di esibirsi col suo brano "Inverno dei fiori" sul palco dell'Ariston, Michele Bravi si rivolge a Drusilla Foer con una frase genuina e potente
“Posso dire una cosa? Sono felicissimo che tu sia qui, la tua presenza racconta proprio la meritocrazia. Che bello…”: così ha esordito ieri sera Michele Bravi, entrando sul palco dell’Ariston. Una frase spontanea, venuta dal cuore, rivolta a Drusilla Foer, co-conduttrice insieme ad Amadeus.
Grande la sorpresa e l’emozione della nobildonna fiorentina, alter ego di Gianluca Gori, che ha risposto con una tenera carezza e un bacio sulla guancia del giovane artista. Questa scena genuina e commovente è stata tra le più belle a cui abbiamo assistito in queste sere di festival.
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La presenza di Drusilla Foer rappresenta davvero il trionfo della meritocrazia sui pregiudizi e sulla chiusura mentale. Senza se e senza ma. Perché Drusilla è talento e dedizione.
Il suo personaggio non nasce dall’oggi al domani: è in continua evoluzione ed stato studiato per anni nei minimi dettagli e interpretato dal bravissimo Gianluca Gori, poliedrico artista formatosi all’istituto Statale d’Arte di Firenze. Ma Drusilla incarna anche la libertà e l’anticonformismo. La sua mente non ha catene e la sua ironia sottile riesce a conquistare anche chi prima la guardava con sospetto. Abbiamo bisogno di personaggi come Drusilla che ci ricordano che le persone non andrebbero mai etichettate o giudicate, ma guardate e apprezzate per la loro unicità.
E che il talento va seguito e curato.
Il brano di Michele Bravi è un inno alla vita e all’importanza di chiedere aiuto
Michele Bravi è tornato a Sanremo con Inverno dei fiori, una canzone che è un inno alla vita e all’amore, il racconto della capacità di “sentire” grazie all’incontro e all’intreccio umano, restando uno accanto all’altro. Perché quando si è innamorati le stagioni esistono in modo relativo, come ha raccontato lo stesso artista in alcune interviste.
Una poesia sussurrata con la delicatezza, una delle cifre stilistiche di questo giovane artista, classe 1994 nato nella cittadina umbra di Città di Castello: vincitore di XFactor 2013, tre album all’attivo e una madrina d’eccezione come Maria De Filippi che l’ha voluto fortemente nel cast di Amici Speciali.
Un veterano di palchi importanti, come questo dell’Ariston, dove si è esibito sia come concorrente che accanto ad altri artisti con cover o omaggi, resi con grande classe, ai grandi nomi della canzone italiana. E che oggi condivide il palco con uno dei suoi miti in assoluto, Massimo Ranieri che chiama “maestro”.
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Inverno dei fiori è una delle canzoni sanremesi più intense e con un messaggio positivo, di speranza, scritto da chi guarda con fiducia alle persone e al domani, imparando come stare in equilibrio sul quel filo sottile dei sentimenti, un intreccio fitto di umanità, fragilità, accettazione anche delle imperfezioni dell’animo.
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Non ci sorprende che un testo così denso sia proposto proprio da lui, rinato personalmente e artisticamente in più occasioni, con la curiosità e il candore dei bambini, con la forza e la bellezza di un fiore di loto, lui che nella Geografia del buio – album del ritorno sulle scene nel 2020 – ha trovato la bussola nella musica e nell’amore, anche verso sé stessi. Non vogliamo entrare nelle pieghe di un fatto drammatico che ha sconvolto le vite di troppe persone e che non ci compete. Qui ci interessa l’artista, la sua evoluzione, il giovane uomo che riesce a rinnovarsi, capace di chiedere aiuto per “imparare la felicità e affrontare questa stagione in due”, quella appunto de Inverno dei fiori.
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