Nell’aprile del 1945 un uomo le salvò la vita dai campi di concentramento e le consegnò una banconota tedesca con su scritto un messaggio di speranza.
“All’inizio di una nuova vita, buona fortuna e felicità”: tanto è bastato a Lily Elbert, una donna di origini ungheresi sopravvissuta ad Auschwitz, a riaccendere un indelebile ricordo. Nell’aprile del 1945 un uomo le salvò la vita dai campi di concentramento e le consegnò una banconota tedesca con su scritto proprio quel messaggio.
Ora, dopo 75 anni, quella banconota è rispuntata mentre Lily rispolverava i suoi cassetti con il suo pronipote Dov Forman, di 16 anni.
Scritto da uno dei numerosi soldati statunitensi che hanno contribuito a liberare da una marcia della morte la signora Ebert, oggi 90enne e cittadina inglese, insieme alle sue due sorelle, quel messaggio doveva essere ricondotto necessariamente a chi l’aveva lasciato.
È stata questa la scommessa del giovane Dov che, con l’aiuto dei social, in quattro e quattr’otto ha trovato il “prode salvatore”.
“Ho pensato fosse semplicemente fantastico e che l’avrei condiviso con il mondo – racconta Forman a Sky News. Ho scherzato con la mia bisnonna che avrei potuto trovare il soldato in 24 ore. E così è stato. Con l’aiuto di Twitter, siamo riusciti a farlo”, ha detto Dov.
Il messaggio di Dov è stata ritwittato dall’Auschwitz Museum e finalmente il soldato misterioso ha un nome: Hayman Shulman, morto però sette anni fa.
Lily was 14 when she was deported to #Auschwitz from Bonyhad in July 1944. Lily & her two sisters Renee and Piri were registered. Her mother Nina, brother Bela & sister Berta were gassed. Later Lily was transferred to a an ammunition factory near Leipzig where she was liberated. https://t.co/j3HW3T6bDw
— Auschwitz Memorial (@AuschwitzMuseum) July 5, 2020
“Non avevamo un pezzo di carta, non avevamo nulla, non puoi saperlo, non puoi spiegarlo, soprattutto oggi – dice Lily Elbert. Le persone non riescono a capire che eravamo esseri umani senza nulla: tutto ciò che avevamo era il nostro corpo”.
Come milioni di altri deportati, anche Lily in quegli anni aveva perso tutto e tutti: la madre, la sorella, il fratello, zii e zie. Ora, potrà incontrare almeno in una video chiamata la famiglia e figli del suo soldato eroe per raccontare loro come quel suo piccolo gesto le cambiò la vita.
“Quest’uomo era stato davvero il primo tocco umano che avevo ricevuto e questo significa davvero molto”, conclude Lily.
Fonte: Sky News
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