Il frutto del melograno, tipico del periodo autunnale, non è solamente buono e salutare. Attorno alla melagrana ruotano diversi miti e leggende. Dal misterioso legame con le antiche divinità greche e romane alla sua simbologia nel mono dell'arte, questo frutto non smette di affascinare. Ecco una raccolta delle curiosità più interessanti
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Inizialmente chiamato pume grenate (1175) successivamente in lingua francese “grenade” (1314), il termine melograno viene dal latino malum granatum, letteralmente “mela dai piccoli semi”. Ai Romani era noto come Punicum malum o Punica granatum, mela Fenicia, in quanto vi erano molti frutteti di questa specie nei pressi di Cartagine.
Come avrete capito, il frutto del melograno era molto noto anche nell’antichità. Conosciuto un po’ ovunque, veniva coltivato dall’Iran all’India fino a tutto il Mediterraneo. I colonizzatori spagnoli lo portarono anche nel nuovo mondo e, da allora, è presente anche in Sud America e in alcune zone degli Stati Uniti.
Si tratta di uno dei frutti intorno ai quali sono nati il maggior numero di miti e leggende e a cui vengono riconosciuti importanti significati simbolici. Scopriamoli insieme.
Mitologia e leggende
Vi sono diverse leggende che raccontano la nascita del melograno. Secondo una delle più note, il primo albero di questa specie sarebbe nato per volere di Afrodite che lo piantò a Cipro e per questo divenne sacro agli abitanti dell’isola e alla dea stessa.
Un’altra tradizione lo vuole invece nato dal sangue di Dioniso che, ancora bambino, fu rapito dai Titani su commissione di Era, stanca dei continui tradimenti di Zeus (il bambino era infatti figlio illegittimo di Zeus). Il povero Dioniso fu fatto a pezzi e messo a bollire in un calderone, proprio da una goccia del suo sangue caduta a terra sarebbe nato il primo albero di melograno.
La melagrana è poi un frutto legato alla figura mitologica di Persefone (o Proserpina nella mitologia latina) figlia di Demetra e Zeus che rapita da Ade, signore degli Inferi, proprio per aver gustato 6 aspri semini della melograna (frutto proibito) viene punita ed è costretta a vivere due terzi di ogni anno con la madre sulla terra ed un terzo con Ade diventato poi suo marito.
Quando era felicemente in compagnia di Persefone, Demetra faceva rifiorire la natura e sulla terra era primavera-estate, quando tornava negli Inferi, invece, triste e sola spogliava gli alberi facendo comparire l’autunno-inverno. Con questo mito i Greci spiegavano l’alternanza delle stagioni.
Vi è poi la leggenda di Orione, aitante cacciatore sposato con la vanitosa Side convinta di essere più bella di Era e per questo punita dal marito che la mandò nell’Ade dove si trasformò in una pianta di melograno.
La simbologia del melograno
Da sempre la melagrana ha assunto una forte valenza simbolica. Associato spesso a divinità differenti a seconda delle epoche, ad Afrodite al tempo dei greci, Giunone per i Romani, e alla Madonna dei cattolici a partire dal medioevo, questo frutto è evidentemente perfetto per rappresentare la fertilità e l’abbondanza.
Questo perché oltre ad essere bella e vigorosa, la melagrana contiene molti semi appunto simbolo di produttività, ricchezza e abbondanza. Tante epoche e civiltà sono passate ma la melagrana rimane quasi sempre costantemente a rappresentare la vita, l’amore, il legame coniugale e la fertilità, un frutto quindi di buon auspicio nei matrimoni.
Non a caso era la pianta sacra a Venere o Giunone, dea protettrice dei matrimoni fecondi e le spose romane e greche erano solite intrecciare rami di melograno ai capelli per propiziare la fertilità delle nozze. Sembra che questa tradizione sia rimasta ancora viva in alcune zone della Grecia dove è usanza piantare dopo il matrimonio, nel giardino della casa dove i neosposi andranno ad abitare, proprio un melograno.
Anche durante le feste in onore della Dea Demetra, gli ateniesi consumavano i frutti della melagrana, come buon auspicio di prosperità e fertilità.
La forma a corona del picciolo della melagrana, poi, ha fatto sì che il frutto diventasse anche simbolo di santità, ricordiamo tra l’altro che nella Bibbia la melagrana è citata come uno dei 7 frutti della Terra promessa.
Simbologie simili assume anche nella religione ebraica dove in più rappresenta la correttezza e l’onestà. Secondo questa tradizione, la melagrana contiene 613 semi che rappresentano le 613 perle di saggezza contenute nella Torah.
Persino in Cina, la melagrana è legata ai matrimoni, all’amore e alla fertilità. È usanza offrire un melograno agli sposi per propiziarne la discendenza mentre in Turchia le neo spose lanciano a terra una melagrana per contare i chicchi che fuoriescono e scoprire così quanti figli avranno.
Nella tradizione contadina del passato, il frutto del melograno veniva donato anche a Natale in modo da poterlo consumare insieme alla famiglia nella notte di San Silvestro così da assicurarsi fortuna e prosperità per l’anno a venire.
Il melograno rappresenta però anche l’energia vitale, dato che il suo colore rosso ricorda quello del sangue. I persiani lo consideravano addirittura il simbolo dell’invincibilità.
Non solo vita, amore e fertilità. La melagrana, in alcuni casi, è anche simbolo di morte (e rinascita). Gli egizi la utilizzavano ad esempio durante le cerimonie funebri.
Il melograno in letteratura e arte
Proprio perché questo frutto è sempre stato considerato simbolo di amore, prosperità e fortuna è comparso più volte in importanti opere artistiche e letterarie.
Tra queste ricordiamo Romeo e Giulietta di Shakespeare, quando l’innamorato canta una serenata alla sua Giulietta proprio sotto il fogliame di un melograno.
L’opera d’arte più famosa in cui è raffigurata una melagrana è probabilmente la Madonna della melagrana di Sandro Botticelli realizzata nel 1487 e conservata agli Uffizi di Firenze. In questo quadro vediamo la Vergine che tiene in braccio Gesù e un melograno maturo e aperto.
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