Il 24 gennaio del 1977 tre uomini armati entrarono in un ufficio di avvocati giuslavoristi in Calle de Atocha, a Madrid, uccidendo cinque avvocati e ferendone quattro. Ancora oggi, la vita di chi esercita questa professione nel mondo è in pericolo...
La strage, che viene ricordata in Spagna come la “Matanza de Atocha”, avvenne a due anni di distanza dalla caduta della dittatura franchista e rappresenta uno dei più gravi attentati compiuti dai terroristi di estrema destra contro i membri del Partito comunista.
Erano anni molto delicati, in cui la Spagna si avviava verso la democrazia dopo 35 anni di dittatura. In quel periodo, alcuni avvocati specializzati in diritto del lavoro, anziché dedicarsi a una carriera professionale sicura e ben pagata, entravano a far parte dei sindacati per aiutare le lavoratrici e i lavoratori più poveri e vulnerabili a far valere i propri diritti. Le strutture della dittatura franchista non erano però ancora state smantellate e alcuni gruppi di estrema destra cercavano di destabilizzare il paese, anche attraverso omicidi politici.
Ancora oggi in diverse parti del mondo, molti avvocati sono oggetto di minacce, violenze e, in alcuni casi, pagano con la loro vita l’impegno a esercitare il loro lavoro in modo autonomo e indipendente, cercando di far rispettare i diritti dei loro assistiti.
Per porre l’attenzione dell’opinione pubblica sui rischi che ogni giorno corrono questi professionisti, dal 2009 la Fundación Abogados de Atocha, insieme ad altre associazioni di avvocati, ha istituito la Giornata degli avvocati in pericolo che si celebra proprio il 24 gennaio di ogni anno, data del massacro di Atocha.
Ogni anno gli spagnoli rendono omaggio a Luis Javier, Ángel, Serafín, Francisco Javier ed Enrique, vittime del massacro, portando fiori in Plaza de Anton Martìn,a pochi passi dal luogo dell’attentato, dove sorge un monumento a loro dedicato.
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Fonti di riferimento: Fundación Abogados de Atocha/Consiglio Nazionale Forense/AAVV Madrid
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