Nel lontano 2019, un anno dopo il crimine, erano stati arrestati i due principali sospettati dell’omicidio: l’agente di polizia in pensione Ronnie Lessa e l’ex membro della polizia militare, Élcio de Queiroz, accusati di avere stretto legami con un gruppo militante. Dopo anni, sono stati finalmente condannati
Ronnie Lessa ed Élcio de Queiroz sono stati condannati rispettivamente a 79 anni e 60 anni per la sparatoria del 14 marzo 2018, che uccise Marielle Franco e il suo autista, Anderson Gomes.
Lessa e de Queiroz, arrestati nel 2019, avevano precedentemente firmato patteggiamenti confessando il loro ruolo nell’attentato all’attivista, ma la giuria ha avuto l’ultima parola sulla loro colpevolezza per omicidio e altre accuse. Un grande conforto, dunque, per coloro che hanno visto nel martirio della donna nera e bisessuale un autentico attacco alla democrazia e che temevano che il crimine sarebbe rimasto impunito.
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La giustizia a volte è lenta e cieca ma raggiunge anche chi crede che non sarà mai preso – ha affermato la giudice Lucia Glioche, mentre in aula i familiari delle vittime si abbracciavano tra le lacrime. Oggi è il primo passo verso la giustizia – ha dichiarato Luyara Santos, figlia di Franco. C’è ancora molto da fare, noi continueremo a lottare.
Il processo è durato due giorni. In attesa della sentenza, decine di persone si sono radunate di fronte al tribunale e hanno manifestato la loro solidarietà stringendo in mano un girasole. La giuria popolare era composta da sette cittadini comuni, bianchi e di mezza età.
Era il 2018 quando Marielle Franco – consigliera comunale e attivista femminista – venne assassinata con il suo autista Anderson Gomes in un agguato. La coraggiosa attivista, che amava definirsi “femminista, nera e lesbica”, aveva allora solo 38 anni e si batteva per denunciare le discriminazioni, gli abusi della polizia e le esecuzioni extragiudiziali.
Quando hanno assassinato mia sorella, con quattro colpi alla testa, non potevano immaginare la forza con cui questo Paese e il mondo si sarebbero sollevati, ha concluso, dopo la sentenza, la sorella di Franco e attuale ministra per l’Uguaglianza nel Governo Lula, Anielle Franco. E ha aggiunto che “quanto successo oggi è solo una parte della risposta che ci aspettiamo. Ma è iniziato il percorso verso la giustizia”.
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