La senatrice kenyana Gloria Orwoba si è presentata in Aula con i pantaloni sporchi di sangue per accendere i riflettori sul problema della period poverty. La donna, che da anni si batte contro lo stigma delle mestruazioni, è stata allontanata dal Senato ed è diventata vittima di una campagna d’odio sui social.
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La senatrice kenyana Gloria Orwoba da sempre si batte per temi importanti per le donne e per il suo Paese, tra cui quelli riguardanti la salute mestruale, ancora troppo spesso un tabù. E così, nonostante si fosse accorta di avere i pantaloni bianchi macchiati di sangue, ha “osato” presentarsi comunque in questo modo in Aula. Intervistata dalla BBC, ha sostenuto di aver pensato:
Visto che mi batto contro lo stigma delle mestruazioni, è giusto che mi presenti così.
Non è chiaro se la macchina fosse voluta o addirittura artefatta, quel che conta è che l’azione dimostrativa ha avuto non solo gli effetti desiderati, ma ha fatto il giro del mondo. Ciò che ne è seguito ha suscitato ancor più dibattito.
We welcome Nominated Senator @gloria_orwoba move of giving notice of motion on Free Sanitary towels ending period poverty and stigma in our society. Period Poverty and Stigma is a stumbling block to our girls education and dignity.#BringingGirlsBackToClass#EndPeriodPoverty pic.twitter.com/ENC3NI1SBJ
— Pads 4 Education (@Pads4Education) February 14, 2023
“Vergogna”, “disgrazia”, “indecenza”
I suoi colleghi, infatti, invece che complimentarsi per aver acceso i riflettori su questa tematica, l’hanno voluta allontanare dall’Aula. Il senatore Sen Enoch Wambua ha parlato di una “vergogna che non può più succedere” e di “un’esperienza che va vissuta in modo personale, senza essere esposta”. È arrivato persino ad accusare la Orwoba di aver “portato in Aula una disgrazia”, come se un qualcosa di così naturale come il ciclo mestruale fosse una disgrazia da nascondere e di cui vergognarsi.
E non solo gli uomini si sono schierati contro di lei, ma anche le donne come la senatrice Tabitha Mutinda che ha bollato la cosa come “un’indecenza” di cattivo esempio per le giovani donne. La Orwoba, dal canto suo, ha replicato:
Sono vestita in modo adeguato, ho un tailleur, sono coperta. Sono dispiaciuta di essere messa in discussione per un incidente che è del tutto naturale, una semplice macchia sui miei abiti.
Poi ha accettato l’allontanamento dall’Aula, ma non ha minimamente pensato ad andare a casa a cambiarsi d’abito come le avevano suggerito. Anzi, prima ha parlato con i media e poi si è recata in una scuola a Nairobi a distribuire assorbenti gratuitamente.
@Senator @gloria_orwoba , If we can have free toilet paper , Condoms Despenser in almost every toilet in the Kenya., we can also have free menstrual pads for all women.#FreeThePeriod
Pads Then Condoms pic.twitter.com/FRYjEkkd7A— Simon Dedan (@Simon_Dedan) February 14, 2023
Molte donne non hanno soldi a sufficienza per potersi permettere supporti sanitari adeguati
Ma perché arrivare ad un gesto così forte e provocatorio? Nella Nazione c’è un enorme problema che ha a che fare con la period poverty, ovvero la povertà che impedisce alle ragazze di acquistare supporti sanitari adeguati oltremodo costosi. Così la senatrice da anni lotta perché gli assorbenti siano distribuiti nelle scuole senza doverli pagare. Seppur infatti sia attivo un programma di distribuzione di prodotti per l’igiene mestruale in Kenya, questo copre a malapena il fabbisogno di due o tre mesi.
A ciò si aggiunge il fatto che la Orwoba si batte perché lo stigma delle mestruazioni venga superato e abbattuto, facendo lo stesso anche con tutti i tabù culturali che la società africana (e non solo) porta con sé, considerando le donne con il ciclo “sporche” e persino da allontanare durante quel periodo.
La campagna d’odio sui social
Come ha ricordato la stessa senatrice, solo un paio di anni fa una quattordicenne si è uccisa dopo che il suo insegnante l’ha tacciata in questo modo per essersi macchiata i vestiti a scuola. La morte di questa ragazza, tuttavia, sembra non aver insegnato nulla.
La Orwoba, infatti, per il suo gesto è stata vittima di una forte campagna d’odio sui social. Se da una parte molti l’hanno sostenuta e supportata, ringraziandola per il suo gesto, altri, troppi, l’hanno insultata e persino minacciata di stupro ribadendo ancora una volta quanto nel 2023 avere le mestruazioni sia assurdamente considerato qualcosa di indegno.
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