Lützerath è il borgo tedesco abbandonato diventato un simbolo della lotta al cambiamento climatico, ma proprio in queste ore sono state avviate le operazioni di sgombero delle centinaia di ambientalisti lì barricati per impedire nuove estrazioni del carbone da parte del colosso RWE e la distruzione di ciò che resta del villaggio
Benvenuti a Lützerath, l’ultimo borgo prima della miniera di carbone a cielo centro della Renania, nella Germania nordoccidentale. Negli ultimi (quasi) tre anni, “Lützi” è diventato un simbolo del movimento per il clima in Germania. Ma, sappiatelo, Lützerath è solo una della dozzina di comunità i cui villaggi sono stati espropriati e demoliti per far posto all’estrazione del carbone.
Per questo, per bloccare l’avanzata della miniera, decine e decine di attivisti hanno occupato stabilmente il villaggio da mesi. Si sono accampati nella terra di Eckardt Heukamp, l’ultimo agricoltore che si è rifiutato di abbandonare la fertile terra dei suoi genitori. Ma a novembre, scorso la multinazionale RWE ha dichiarato che il villaggio sarebbe stato evacuato “questo inverno”. Promessa mantenuta: così sta accadendo.
Oggi è il terzo giorno di sgombero a Lützerath e la polizia si sta concentrando sugli attivisti rintanati nei tunnel sotterranei. Hanno resistito alla pioggia battente, ai forti venti e alle temperature inferiori ai dieci gradi.
+++ Regionalbüro von Robert Habeck besetzt! +++
➡️ Gerade haben wir zusammen mit autonomen Aktivist*innen das Regionalbüro von Habeck, welches gleichzeitig das Parteibüro der Grünen Flensburg ist, am Holm besetzt! @Ende__Gelaende @LuetziBleibt
(1/x)
Bild: Radio Fratz pic.twitter.com/u1ySuIgehJ— Ende Gelände Flensburg (@EG_Flensburg) January 12, 2023
La compagnia energetica è uno dei principali attori economici in questa regione ricca e industrializzata. Il 4 ottobre scorso, RWE aveva annunciato di aver firmato uno storico accordo con i parlamentari verdi regionali e il ministro federale dell’Economia e del clima, l’ambientalista Robert Habeck: la società si è impegnata a cessare definitivamente l’estrazione del carbone del Reno nel 2030, anziché nel 2038, come inizialmente previsto. Secondo RWE e i Verdi, 280 milioni di tonnellate di carbone rimarranno nel sottosuolo e gli ultimi villaggi che dovevano essere distrutti saranno preservati.
Tutti tranne uno: Lützerath.
E così, asserragliati per giorni, centinaia di ambientalisti, sostenuti anche da Greenpeace e Fridays for future (sabato 14 gennaio è atteso l’arrivo di Greta Thunberg) ne hanno fatto un simbolo di resistenza e dal 2020 vi si sono accampati per impedire la continuazione dell’estrazione del carbone. La loro richiesta è il rispetto degli Accordi di Parigi e il tetto di 1,5°C all’aumento della temperatura.
Ma in queste ore, la polizia tedesca in assetto antisommossa sta avanzando, abbattendo porte e sgomberando gli ultimi magazzini del villaggio occupati.
Aus der Demo mit @Luisamneubauer, @juanpablogutier, @martinkaisergp und Dirk Jansen gab es einen Ausbruch und sie sind auf einer Zufahrtsstraße gekesselt 🎉
Die Demo bleibt in Solidarität stehen. #CO2ps drohen mit einem Platzverweis.Alle zusammen machen wir #LützerathUnräumbar pic.twitter.com/vqZqd9vd0X
— Ende Gelände (@Ende__Gelaende) January 12, 2023
Gli attivisti si richiamano al precedente caso del bosco di Hambacher Forst del 2018: durò diverse settimane, costò milioni e provocò un morto, ma alla fine il disboscamento voluto da RWE venne fermato.
Live aus Lützerath https://t.co/ereilbIJzx
— Lützerath Lebt! (@LuetziBleibt) January 13, 2023
Quanto ci costa questo benedetto carbon fossile?
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Fonti: t-online / Ende__Gelaende Twitter / Le Monde
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