L’ultima lezione di umanità e trasparenza di Jacinda Ardern, la premier della Nuova Zelanda si dimette

"Ho dato tutta me stessa, ma sono stanca. Anche i politici sono umani": con queste parole ieri la premier neozelandese Jacinda Ardern ha dato l'annuncio delle sue dimissioni in anticipo dal suo incarico. Una scelta che in parte ci ricorda quella dell'atleta Simone Biles, che ha deciso di ritirarsi all'apice della sua carriera sportiva per il suo bene e per la sua squadra. Perché a volte è più coraggioso ammettere che è arrivato il momento di fermarsi: nel caso della prima ministra della Nuova Zelanda anche per rispetto della propria nazione. Dopo due mandati all'insegna di battaglie per i diritti umani e per l'ambiente, la leader del Partito Laburista ci consegna un ultimo messaggio di umiltà e umanità

Dal 2017 è stata alla guida del governo del suo Paese, ma adesso per Jacinda Ardern è tempo di passare il timone. Ieri, a sorpresa, la premier neozelandese ha annunciato le sue dimissioni nel corso di una conferenza stampa, che avverranno il prossimo 7 febbraio, quindi con largo anticipo rispetto alle elezioni in programma ad ottobre.

Nessuna crisi politica o ragioni oscure dietro la sua scelta. A spingerla verso questa direzione è semplicemente la consapevolezza di non riuscire ad avere energie a sufficienti per continuare a lavorare per risollevare la Nuova Zelanda come vorrebbe e come meritano i suoi cittadini.

Sto entrando ora nel mio sesto anno di carica. E per ognuno di questi anni, ho dato tutto me stessa. – scrive Jacinda Ardern attraverso un lungo post su Facebook, pubblicato qualche ora fa – Credo che guidare un Paese sia il lavoro più privilegiato che si possa avere, ma anche uno dei più impegnativi. Non si può e non si deve fare se non si ha il pieno, in più, un po’ in riserva per quelle sfide inaspettate.
Quest’estate, avevo sperato di trovare un modo per prepararmi non solo per un altro anno, ma per un altro mandato, perché questo è ciò che quest’anno richiede. Non sono stata in grado di farlo. E così oggi annuncio che non cercherò la rielezione e che il mio mandato di Primo Ministro si concluderà entro il 7 febbraio.

Ma non me ne vado perché è stata dura. Fosse stato così probabilmente sarei andata via due mesi dopo dall’inizio del lavoro! Me ne vado perché da un ruolo così privilegiato deriva la responsabilità. La responsabilità di sapere quando sei la persona giusta da guidare, e anche, quando non lo sei. So cosa richiede questo lavoro, e so che non ho più abbastanza soldi per rendergli giustizia. È così semplice. Ma io credo e so assolutamente che ci sono altri intorno a me che lo fanno.

La rivoluzione green e inclusiva di Jacinda Ardern

Nel corso dei suoi due mandati consecutivi, la leader del Partito Laburista ha lavorato duro ed è riuscita ad ottenere diversi importanti traguardi nella sua nazione.

Ci troviamo in una posizione decisamente diversa da quella in cui eravamo, con obiettivi ambiziosi e un piano per raggiungerli. – continua nel post condiviso sui social – Abbiamo ribaltato le statistiche sulla povertà infantile e portato agli aumenti più significativi del benessere e del patrimonio immobiliare statale che abbiamo visto negli ultimi decenni. Abbiamo facilitato l’accesso all’istruzione e alla formazione, migliorato gli stipendi  e le condizioni dei lavoratori e spostato le nostre ambientazioni verso un’economia ad alto salario e altamente qualificata. E abbiamo lavorato sodo per fare progressi sulle questioni relative alla nostra identità nazionale, e credo che insegnare storia nelle scuole e celebrare la nostra festa nazionale indigena faranno la differenza per gli anni a venire. E lo abbiamo fatto rispondendo ad alcune delle più grandi minacce alla salute ed al benessere economico della nostra nazione, probabilmente dalla Seconda Guerra Mondiale.

Jacinda Ardern ha attuato una vera e propria rivoluzione nel suo amato Paese. La sua politica ha messo al centro i diritti umani, in particolare quelli delle donne e delle minoranza indigene. Tra le sue battaglie vinte ricordiamo l’approvazione del congedo parentale retribuito alle donne e ai loro partner in caso di aborto spontaneo o di morte di un bimbo nato prematuro. Dopo aver rivinto (con numeri schiaccianti) le elezioni nel 2020, ha dato vita ad un Governo incredibilimente diversificato, nominando numerose donne fra i ministri, un vice premier apertamente gay e una donna Maori agli Esteri. Un inno alla diversità.

Fin dal 2017, la giovane premier neozelandese si è resa conto di quanto fosse urgente agire in modo mirato ed efficace per combattere l’inquinamento e il riscaldamento globale, prefissandosi l’obiettivo di raggiungere quota 100% di energia rinnovabile entro il 2030. Inoltre, la Nuova Zelanda si è distinta per aver dichiarato l’emergenza climatica, insieme a una trentina di altri Paesi del mondo, spingendo per ridurre le emissioni ed evitare un aumento delle temperature globali oltre 1,5° C.

Leggi anche: Indigeni maori, gay e donne al Governo. Le nomine di Jacinda Ardern sono un inno alla diversità

L’ultima lezione della premier neozelandese

Jacinda Ardern se ne va, ma lo fa con grande trasparenza e dignità.

So che all’indomani di questa decisione si discuterà molto su quale fosse la cosiddetta “vera” ragione. Posso dirvi che quello che sento oggi è questo. – ha chiarito – L’unica angolazione interessante che troverete è che dopo aver affrontato sei anni di grandi sfide, sono umana. I politici sono umani. Diamo tutto quello che possiamo, finché possiamo, e poi è il momento. E per me è ora. Intendo rimanere membro del Mt Albert fino ad aprile. Oltre a questo, non ho nessun piano. Nessun passo successivo.

Infine, la premier della Nuova Zelanda ha spiegato di voler dedicarsi di più ai suoi affetti familiari, in particolare alla figlia e al compagno.

Tutto quello che so è che qualsiasi cosa io faccia, cercherò di trovare un modo per continuare a lavorare per la Nuova Zelanda e che non vedo l’ora di passare di nuovo del tempo con la mia famiglia, probabilmente, sono quelli che si sono sacrificati di più.
E quindi a Neve… mamma non vede l’ora di esserci quando inizierai la scuola quest’anno. E a Clarke dico: finalmente sposiamoci.

Un leader carismatico sa quando è arrivato il momento di farsi da parte. E Jacinda Ardern di carisma ne ha da vendere. Noi l’abbiamo sempre apprezzata per la sua determinazione e per quel pizzico di empatia che non guasta mai. Non possiamo che dirle grazie, anche per l’ennesima lezione di umiltà che ci ha dato, ricordandoci che siamo tutti umani.

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