Luisa Spagnoli è il nome della famosa catena italiana di boutique di abbigliamento. La donna che ha fondato il noto marchio italiano è annoverata tra le figure femminili più influenti del primo Novecento italiano, in un periodo storico durante il quale l'imprenditoria era del tutto maschile
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Oltre ad aver inventato il famoso “Bacio” Perugina, la caramella Rossana e la tavoletta di cioccolato Luisa, ha introdotto l’asilo nido aziendale e tutelato il diritto all’allattamento in fabbrica. La sua straordinaria vita ha anche ispirato una miniserie televisiva in due puntate, tramessa nel 2016 su Raiuno.
Umbra, di umili origini, figlia di un pescivendolo e di una casalinga, Luisa Sargentini nasce a Perugia nel 1877. Dotata di un’intraprendenza e di un’intelligenza creativa notevoli, in grado di coniugare le tradizionali abilità femminili alle nuove aspirazioni anticonformiste e antiperbeniste della modernità, Luisa a vent’anni incontra e conquista Annibale Spagnoli, un giovane clarinettista di Assisi, un ragazzo di buona famiglia, giunto a Perugia con la sua banda musicale.
La loro storia d’amore segnerà la vita privata e pubblica della famosa stilista italiana. Da quell’amore, durato 36 anni (si sposano nel 1899 quando lei era poco più che ventunenne), nascono tre figli: Aldo, Mario e Armando.
Dalla drogheria alla Perugina
Il suo notevole senso per gli affari la spinge a convincere il marito ad acquistare con lei una drogheria nel centro della città di Perugia. Sebbene sia del tutto estranea al mondo della pasticceria, nel loro negozio cominciano a produrre e vendere confetti e praline.
Da quel momento inizia la sua lunga e prestigiosa carriera da imprenditrice, in una regione economicamente arretrata; entra in società con Francesco Buitoni, il patron della pasta, con cui fonda nel 1908 una piccola azienda di soli 15 dipendenti e con sede nel centro storico di Perugia, la leggendaria Perugina.
Mentre l’Italia è in guerra, manda avanti la fabbrica da sola con i suoi due ragazzi, Mario e Aldo, e incentiva l’impiego di lavoratrici nell’azienda, che in quella fase produce esclusivamente cioccolato evitando la bancarotta. Terminato il primo conflitto mondiale, quando la sua azienda ha ormai raggiunto oltre cento dipendenti, comincia a inventare e a produrre una serie di gustosi e accattivanti cioccolatini, tra cui il “Bacio”, il mitico cioccolatino italiano con la nocciola alla sommità, lanciato nel 1922.
Si separa dal marito Annibale dopo essersi innamorata di Giovanni Buitoni, molto più giovane di lei. Infatti, Luisa è 14 anni più anziana del trentenne capitano d’impresa che diventa il suo nuovo compagno, con il quale mantiene, fino alla fine della sua vita, un legame profondo e riservato.
Rispettosa dei diritti delle lavoratrici
La Signora Spagnoli introduce numerose innovazioni in ambito assistenziale-sociale per garantire una migliore qualità della vita ai lavoratori, con particolare riguardo ai diritti delle sue dipendenti. Infatti, è lei che introduce l’asilo nido aziendale e promuove il diritto all’allattamento in fabbrica. Fondatrice dell’asilo nido dello stabilimento di Fontivegge, nei pressi di Perugia, considerato il più avanzato d’Europa nel settore dolciario, favorisce l’istituzione di strutture sociali assistenziali, a sostegno delle sue dipendenti e del loro diritto alla maternità.
…e degli animali
L’Angora Spagnoli è l’altro grande gruppo industriale che Luisa porta alla ribalta in quel periodo. La sua fondazione risale al 1928. Inizialmente, investe nell’allevamento del pollame e dei conigli; poi si concentra sull’allevamento de conigli d’angora, che non vengono né uccisi né tosati, ma vengono semplicemente pettinati. Sì, pettinandoli, senza far loro male. Un concetto rivoluzionario per l’epoca.
La materia prima del prodotto è quindi il pelo pettinato, da cui decide di mettere a punto il miglior filato possibile; in effetti, l’Italia fascista stava puntando su quel settore (e sulle fibre chimiche) per far fronte alla carenza di carne e di lana. Luisa segue con attenzione e fervore non solo gli allevamenti di Santa Lucia di Perugia, ma anche gli esperimenti di filatura che coinvolgono sette-otto operaie impiegate in un locale al piano terra dello stabilimento Perugina.
Nel 1930 l’azienda partecipa alla Fiera di Milano, che ne apprezza gli “ottimi prodotti”. Cinque anni dopo, Angora Spagnoli aveva già spiccato il volo.
La lana d’angora sarebbe presto diventato un profittevole e interessante prodotto (grazie all’eredità imprenditoriale accolta in seguito dal figlio Mario), ma i primi sintomi della sua malattia — un tumore alla gola — la portano ad una rapida agonia, che se la porta via nel giro di sei mesi. Con l’amorevole e costante assistenza di Giovanni Buitoni, per proseguire al meglio le cure viene trasferita a Parigi, dove rimane fino alla sua morte, avvenuta nel 1935, all’età di 58 anni.
In sua memoria viene istituito il Fondo di beneficenza Luisa Spagnoli per continuare quelle opere di solidarietà che Luisa, con riservatezza, aveva sostenuto. Una donna eccezionale.
Fonti: 150anni.it/Donneprotagoniste
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