L’Uganda approva la pena di morte per “omosessualità aggravata”, una delle pagine più buie della storia dei diritti

C’è chi la definisce norma draconiana, ma a noi sembra che vada ben oltre i limiti dell’immaginabile. Una vera e propria dichiarazione di guerra in stile dittatoriale. Non manca più niente alla più estrema delle omofobie

Mai sentito parlare di “omosessualità aggravata”? Beh, in Uganda sì ed è quella che d’ora in poi verrà punita con la pena di morte.

Qui, infatti, in questo Stato dell’Africa Orientale, il Presidente Yoweri Museveni ha appena firmato la legge anti-LGBTQ+ più dura del mondo, che consente la pena di morte per atti omosessuali.

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Descritto dall’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, come “scioccante e discriminatorio” , il disegno di legge è stato approvato da tutti tranne due dei 389 parlamentari il 21 marzo scorsi. Museveni ha poi avuto 30 giorni per tramutrarlo in legge.

Cosa prevede la legge

La legge ugandese anti-gay impone la pena di morte o l’ergastolo per determinati atti omosessuali, fino a 20 anni di reclusione per “reclutamento, promozione e finanziamento” di “attività” omosessuali, e chiunque sia condannato per “tentata omosessualità aggravata” rischia una condanna fino a 14 anni.

Con “omosessualità aggravata” la legge fa riferimento ai rapporti sessuali gay, in particolare con minori di 18 anni, persone disabili o quando uno dei partner è sieropositivo o soggetto a minacce

Amnesty International ha definito la promulgazione di questa legge come “un giorno terribilmente oscuro per i diritti delle persone LGBTQIA+ e per l’Uganda”, quale grave attacco ai diritti umani, alla Costituzione dell’Uganda e agli accordi regionali e internazionali sui diritti umani.

E non solo: questa legge legalizzerà la discriminazione, l’odio e i pregiudizi contro le persone LGBTQIA+ e i loro sostenitori in Uganda. E in tutto il mondo.

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Fonte: The Guardian / Amnesty

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