L’ex presidente uruguaiano, 88 anni, avverte di avere un tumore e che qualsiasi cura sarà complessa perché soffre anche di una malattia immunologica che ha colpito i suoi reni
“L’unica libertà è nella testa e si chiama volontà. E se non lo usiamo, non siamo liberi”, non rinuncia a dire le sue fantastiche parole, quelle cui ci ha abituato in tanti anni, José “Pepe” Mujica nell’ultima conferenza stampa in cui ha fato un triste annuncio.
L’ex presidente uruguaiano – che già nel 2020 aveva ufficializzato il suo addio alla politica con un toccante discorso e proprio per questioni di salute – ha infatti rivelato di avere un cancro all’esofago.
José Mujica è nato a Montevideo nel 1935 e nel ’64 è entrato a far parte del gruppo di guerriglia Movimiento de Liberación Nacional-Tupamaros. La dittatura militare lo ha tenuto in prigione per 15 anni, con un periodo di 12 anni senza interruzioni che si è concluso nel 1985. Era uno dei cosiddetti “ostaggi” del governo militare, detenuti politici che sarebbero stati giustiziati se il suo gruppo avesse ripreso il conflitto armato. I suoi anni di isolamento in prigione sono stati raccontati nel 2018 dal film The Night of 12 Years.
Nel 1985, con il ritorno alla democrazia, Mujica ha beneficiato di un’amnistia generale decretata per pacificare il Paese. Poi è tornato alla politica attiva. È passato al Senato, è stato Ministro dell’Agricoltura e infine Presidente. Non ha mai smesso di vivere nella sua casa di campagna né ha perso il suo stile popolare.
E lunedì scorso, nella sua conferenza stampa, sereno e sotto lo sguardo della compagna di una vita, Lucía Topolansky, l’ex presidente ha lanciato un ultimo messaggio ai giovani:
Lottate per l’amore, non lasciatevi ingannare dall’odio. Se la droga ti prende, non lasciarti solo, nessuno si salva da solo. Chiedere collaborazione, combattere. L’unica libertà è nella testa e si chiama volontà. E se non lo usiamo, non siamo liberi. Questo va capito.
La vita è bella, si spende e se ne va. Il punto cruciale del successo nella vita è ricominciare da capo ogni volta che cadi. E che, se c’è rabbia, lasciamo che sia trasformata dalla speranza.
Buona fortuna Pepe!
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