Los Talciguines: la curiosa tradizione pasquale di El Salvador, dove diavoli rossi frustano i peccatori

La Pasqua in El Salvador è iniziata con la tradizionale cerimonia in cui uomini vestiti da diavoli si frustano a vicenda durante un evento in cui secondo la tradizione avviene la lotta universale del bene contro il male

Forse in pochi sanno che in El Salvador, in occasione della Pasqua esiste una cerimonia molto particolare in cui uomini vestiti da diavoli rossi si frustano a vicenda. Il rito simboleggia la lotta di Cristo contro le tentazioni, scopriamo di cosa si tratta.

Nella città di Texistepeque alcuni diavoli incappucciati e vestiti di rosso chiamati Los Talciguines girano per le strade in cerca di gente da frustare. All’arrivo dell’attore, che impersona Gesù, i diavoli vengono immediatamente sottomessi. Alla cerimonia partecipano in tanti perché secondo la tradizione rappresenta la lotta del bene contro il male e un modo per espiare i proprio peccati.

La tradizione dei Talciguines

I talciguines sono persone vestite con un mantello rosso (rappresentano il Diavolo o il male) e frustano le persone che incontrano. Questo evento si svolge ogni  lunedì santo, appunto nella città di Texistepeque.

Si ritiene che la sua origine risalga al periodo di dominazione spagnola, però all’epoca era un rito imposto alle popolazioni indigene con l’obiettivo di evangelizzarli alla religione cattolica. Oggi, assume tutto un altro significato e si riferisce alle tentazioni che Gesù ricevette nel deserto, al carattere del Diavolo e al dramma della passione.

La parola talciguín in lingua nahuat significa “uomo diabolico” e l’evento ha un rituale che si tramanda da generazioni. In pratica, il lunedì santo alle 8 del mattino, un gruppo di giovani va a confessarsi dal sacerdote. Subito dopo c’è una messa in ricordo dei Talcigüine e di alcuni collaboratori di questa tradizione, defunti.

Ogni membro del gruppo riceve la comunione. Al termine della messa si recano nella sagrestia della chiesa per vestirsi con tuniche e maschere rosse, come parte del vestito c’è una coda fatta di robuste cinghie di cuoio.

La persona che rappresenta Gesù veste una tunica viola e porta una croce ricoperta di panno viola e un campanello. Alle 9 del mattino le campane della chiesa suonano annunciando la presentazione dei Talcigüines, che di solito sono circa 20 giovani (19 di loro rappresentano il diavolo o il male e uno di loro rappresenta Gesù o il bene). I Talciguines escono dalla chiesa in disordine e vanno verso le diverse parti della città, seguendo la gente per colpirla con i manganelli.

Poi si posizionano, uno per ogni angolo, possibilmente fuori dalla vista del pubblico. L’uomo che impersonifica Gesù esce suonando il campanello, al ritmo del quale scandisce il passo, e si dirige verso l’angolo più vicino, portando una croce nella mano sinistra e il campanello nella destra.

Il primo Talcigüin parte fino a raggiungere l’angolo dove si trova Gesù. In quel luogo cerca di tentarlo così, corre con Gesù da una parte e infine al centro. In ogni punto il Talcigüin dà tre colpi di croce, mentre Gesù suona la campana con energia.

Gesù si accovaccia mentre il Talcigüin gira su se stesso, colpendo il suolo nove volte, fatto ciò, cade a terra umiliato davanti a Gesù e quest’ultimo gli passa sopra, suonando energicamente il campanello, liberando il Talcigüin che corre dietro al popolo per colpirlo.

Questo processo si ripete con ciascuno dei Talciguines. Alle undici e mezzo si svolge la cerimonia finale, in cui tutti i Talciguines raggiungono la strada davanti alla chiesa, e cadono uno dopo l’altro perché sconfitti da Gesù e quindi dal bene.

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