L’opuscolo anti stupro che non avremmo mai voluto leggere

“Com’eri vestita? Mi hanno fatto questa domanda un sacco di volte”. Queste le parole che sentiamo più spesso quando, al termine di un (eventuale) processo, la donna vittima di violenza racconta la sua tragedia. Un pregiudizio duro a morire, quello di cosa sia mai stato l’atteggiamento della donna tanto da provocare la violenza. Molto si fa per sradicare questo concetto, ma ancora non basta se il linguaggio di parecchi (istituzioni comprese) continua ad essere questo

Capita che in un paesino a due passi da Udine ci sia chi pensa che, per contrastare la violenza sulle donne, basti pubblicare un vademecum stile Medioevo in cui si raccomanda per filo e per segno tutto ciò che il gentil sesso dovrebbe non fare per non incappare in violenze sessuali.

Siamo a Cividale del Friuli e qui l’amministrazione comunale ha ben pensato di mettere su 19 pagine (finanziate da un contributo regionale) di pregiudizi e visioni distorte in cui l’unico consiglio che emerge è: non te l’andare a cercare.

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Proprio così, una dopo l’altra, l’opuscolo snocciola delle chicche rivolte alle giovani donne sui luoghi da frequentare, sul modo di vestirsi e sui comportamenti da avere o non avere lì e qui. Come se il problema fosse solo loro, come se la violenza fosse solo responsabilità di chi la subisce. Esattamente in linea, insomma, con la narrazione distorta che si fa giorno per giorno, quella dura da sradicare, quella secondo cui il problema non è la (mala)educazione di ragazzi e uomini, ma la (mala)impostazione delle donne.

Da qui a una serie di spunti misogini il passo è breve e ciò che produce è esattamente questo:

  • non guardate insistentemente e non fate commenti indirizzati all’altrui ragazza/o, né sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti
  • alcuni studi (quali? Ndr) hanno messo in evidenza che talvolta l’abbigliamento eccessivamente stravagante o succinto ha richiamato l’attenzione di persone particolarmente violente che avevano travisato le intenzioni della vittima
  • ricordate che l’aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l’abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso

Comune di Cividale del Friuli

©Comune di Cividale del Friuli

Questi alcuni dei punti che si leggono nella “guida”. Una guida che arriva da una istituzione che come tale avrebbe piuttosto il compito di creare un dibattito sano e garantire a tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità. Perché? Perché le istituzioni, innanzitutto, e i politici hanno il delicato compito di soppesare le parole una per una, non quello di buttare tutto in caciara perché sì “d’altronde noi siamo una città medievale“.

Gli studenti, ovvio, non ci stanno e a prendere posizione è stato il Movimento studentesco friulano:

Siamo rimasti allibiti dalla distribuzione scandalosa all’interno delle nostre scuole di opuscoli, realizzati dal Comune di Cividale e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che dovrebbero insegnare a prevenire l’aggressione ma che invece non fanno altro che legittimarla. Questi testi sono intrisi di per sé di violenza di genere: riteniamo infatti inaccettabile la narrativa tossica con cui viene trasmessa la colpevolizzazione delle vittime.

Il nocciolo della questione, dunque, è ancora una volta quello: siamo un Paese in cui si verifica 1 femminicidio ogni 3 giorni e chi diffonde messaggi del genere – ci dispiace – si fa complice di questa strage silenziosa. Proprio così, e se non non si fa in modo che nei programmi delle scuole entrino temi come l’educazione affettiva, sessuale e sentimentale, staremo sempre esattamente a questo punto qui.

La posizione della Sindaca Bernardi:

Se le affermazioni dell’opuscolo sono medievali, evidentemente Cividale del Friuli è una cittadina medievale. Il testo non è anacronistico, alcune ragazze girano in mutande.

Rimaniamo di stucco, siamo sinceri. La violenza è sempre responsabilità di chi la compie, non di chi la subisce, e questo è il messaggio che si dovrebbe veicolare: parlare di prevenzione della violenza descrivendo il modo in cui la persona si veste non significa altro che giustificare l’aggressore. L’unico segnale positivo arriva proprio dai giovani. Per fortuna che ci sono loro.

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Fonte: Comune di Cividale del Friuli

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