L’oblio oncologico è finalmente legge: cosa prevede questo traguardo contro le discriminazioni

Un significativo passo avanti per i diritti umani: il Senato ha votato all'unanimità la legge sull'oblio oncologico, un sostegno cruciale per coloro che hanno affrontato tumori. Una vittoria che pone l'attenzione sui diritti e la dignità delle persone colpite dalla malattia, offrendo un nuovo inizio e una prospettiva di guarigione oltre la battaglia contro il cancro.

Il voto ha ricevuto un sostegno unanime a Palazzo Madama, con 139 voti favorevoli su 139 presenti. Al momento dell’annuncio i senatori si sono alzati in piedi per un lungo applauso.

Questa nuova legge impedisce richieste di informazioni sul passato oncologico in contesti come adozioni, mutui, assicurazioni e concorsi. Dopo il via libera alla Camera ad agosto, il Senato ha confermato il sostegno a questa iniziativa, garantendo il diritto all’oblio per prevenire discriminazioni e tutelare i diritti delle persone colpite da tumori.

Il Garante per la protezione dei dati personali sarà responsabile della supervisione per garantire l’adeguata implementazione delle nuove disposizioni. Di conseguenza, la guarigione clinica sarà riconosciuta in termini giuridici, seguendo l’esempio di cinque Paesi europei: Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio e Portogallo.

Cosa disciplina la legge sull’oblio oncologico?

La legge sul diritto all’oblio oncologico disciplina l’accesso ai servizi bancari, finanziari e assicurativi. Durante la sottoscrizione o il rinnovo di contratti relativi a tali servizi, non è consentito richiedere informazioni sullo stato di salute riguardanti patologie oncologiche precedenti, a condizione che il trattamento attivo sia concluso da oltre dieci anni senza episodi di recidiva. Se la malattia è comparsa prima dei ventuno anni, il periodo si riduce della metà. È essenziale notare che tali informazioni non possono essere acquisite da fonti diverse dalla persona contraente.

Inoltre, nel caso in cui l’operatore o l’intermediario fossero in possesso di tali informazioni, non sono ammesse per determinare le condizioni contrattuali. Il Garante per la protezione dei dati personali sarà responsabile della supervisione per garantire l’applicazione corretta di queste nuove disposizioni.

Adozioni

L’articolo 3 modifica la legge 4 maggio 1983, la numero 184, che disciplina l’adozione e l’affidamento dei minori. In particolare, si pongono limiti alle indagini relative allo stato di salute di coloro che intendono adottare: queste “non possono avere ad oggetto patologie oncologiche qualora siano trascorsi più di 10 anni dalla fine del relativo trattamento terapeutico, in assenza di recidive o ricadute, ovvero più di 5 anni.

Concorsi

L’articolo 4 amplia il divieto di richiedere informazioni sullo stato di salute dei candidati riguardanti patologie oncologiche in contesti di concorsi e prove selettive, sia pubbliche che private, quando si richieda l’accertamento di requisiti psico-fisici o relativi allo stato di salute. Tale divieto si applica nel caso in cui il candidato sia stato precedentemente affetto da patologie oncologiche, il cui trattamento attivo sia concluso da oltre dieci anni senza episodi di recidiva, con una riduzione del termine alla metà se la patologia è insorta prima del ventunesimo anno di età.

Disposizioni transitorie

L’articolo 5 contempla le disposizioni transitorie e finali. Tra queste, si specifica che il ministro della Salute è tenuto a “identificare, mediante decreto da pubblicare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore di questo provvedimento, le eventuali patologie oncologiche per le quali si applicano termini ridotti rispetto a quelli stabiliti” per il diritto all’oblio

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