L’ex presidente dell’Uruguay, il nostro amato José ‘Pepe’ Mujica, esprime il suo cordoglio per la morte del calciatore argentino.
Maradona ha saputo “seminare gioia, cosa che non riescono a fare governanti e politici”: così l’ex presidente dell’Uruguay, il nostro amato José ‘Pepe’ Mujica, esprime il suo cordoglio per la morte del calciatore argentino e lo fa con tutta la dolcezza che l’ha sempre contraddistinto: “vivrà per sempre nella retina delle persone che lo hanno visto giocare”.
Già, perché quello che accomuna Mujica e Maradona è la loro origine sudamericana e sofferta, quella di gente che conosce miserie e dominatori e di due storie politiche e di guerriglia che si intrecciano e si mescolano sin dalla notte dei tempi. L’uno, il presidente “povero”, l’altro, uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, hanno dalla loro il sorriso malinconico e il sentimento del Sud.
(È morto Diego Armando Maradona. El pibe de oro aveva da poco compiuto 60 anni)
“È stato [Maradona, ndr] un seminatore di gioie per tante persone anonime che perdono ogni giorno la coppa della vita e che si sentono rivendicate dai gol di Diego, dalle sue commedie e dalla sua fedeltà. Non ha mai dimenticato le sue origini, anche con le sue contraddizioni e la sua fantastica magia”, ha detto l’ex presidente alla rivista locale TyC Sports.
Allo stesso modo, Mujica ha evidenziato quale sarà il ricordo di Maradona e come si rifletterà nel popolo argentino:
“Ci sono cose che sono indimenticabili e Diego vivrà eternamente nella retina dei popoli che lo hanno visto giocare e degli adolescenti che lo stanno vedendo nelle immagini. È molto difficile trovare una magia di comunicazione così grande come quella di Diego. Gli argentini lo riconoscono per le strade, nei loro sentimenti”.
Sul finale, l’ex presidente riflette sulle difficoltà che Maradona ha dovuto affrontare durante la sua vita pubblica:
“Ha vissuto pienamente, intensamente. Ha dovuto imparare a vivere circondato dal successo e tormentato dalla stampa. Diceva sempre quello che pensava, senza soppesarne le conseguenze, scommettendo su quello che pensava e su quello che provava, quel grado di sincerità. Dobbiamo ringraziarlo per questo”.
La lettera integrale di Mujica
Maradona è una figura irripetibile, un genio della palla che ha fatto cose che sembravano miracolose e ha conquistato il cuore della sua gente. So che ci sono molte persone che non capiscono perché lo amano così tanto. È che ha seminato tanta gioia, quella cosa che i governanti non possono, che i politici non possono, quasi miracolosa. In un momento molto difficile per il suo popolo, Maradona ha contribuito a dar loro un’enorme gioia. E le persone l’hanno conservato nei loro cuori.
Gli esseri umani non sono così razionali come pensiamo, siamo animali profondamente emotivi e c’è una massa di argentini che non dimenticherà mai il dono di Maradona. E ha subito la sua morte e per questo lo idolatra.
Tutto il resto è le minuzie di una vita complicata. Di un bambino miracoloso nato nel fango. Non aveva cultura, non andava all’Università, eppure nel suo andirivieni aveva sempre le braccia aperte per la sua classe sociale. Pertanto, è enormemente miracoloso.
È un Dio greco. I greci non hanno creato dei perfetti. Hanno reso gli dei immortali, ma con tutti i difetti della nostra umanità spezzata. Ecco perché erano così fantastici e così poetici.
Maradona è qualcosa di questo, ed è nella ‘categoria’ di quelle cose che si sentono anche se non si possono spiegare. Gli eventi del suo funerale sono dovuti a una decisione familiare. La veglia di Maradona sarebbe dovuta durare due e tre giorni, finché tutta la sua gente non potrà salutarlo e dirgli addio.
E forse non avrebbe dovuto nemmeno essere a Casa Rosada, ma in una piazza, in mezzo alla sua gente.
Fonte: TyC Sports / La Repùblica Contenidos
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