Davvero sostenere economicamente le forze armate del Paese è il modo migliore per aiutare il popolo ucraino?
Leonardo DiCaprio ha annunciato l’elargizione di ben 10 milioni di dollari per sostenere economicamente le forze armate ucraine, impegnate da ormai quasi due settimane nel conflitto contro la Russia. Conosciamo bene la generosità dell’attore e il suo impegno per la lotta alla crisi climatica e per la difesa della biodiversità, ma in questo caso il suo sostegno sembra indirizzato dalla parte sbagliata.
DiCaprio ha spiegato la donazione attraverso un legame personale con la terra ucraina: sua nonna materna Helene, infatti, era nata ad Odessa – città portuale dell’Ucraina, una delle più massacrate dai bombardamenti russi. La nonna, morta nel 2008 all’età di 93 anni, ha sostenuto l’attore nelle prime fasi della sua brillante carriera e lo ha accompagnato a molte manifestazioni.
L’attore statunitense non è nuovo a questo genere di azioni: in diverse occasioni nel passato ha fatto importanti donazioni a sostegno di progetti di salvaguardia ambientale o in supporto a popolazioni colpite da calamità naturali. Il suo impegno civile e la sua attenzione alle vicende drammatiche che sconvolgono diverse parti del mondo hanno fatto di lui uno strenuo difensore dell’ambiente e un paladino delle lotte civili.
In questo caso, tuttavia, la sua generosità ha un retrogusto amaro e ha attirato anche molte critiche: perché finanziare i soldati, le armi, i carri armati, la prosecuzione dell’incubo del conflitto, quando avrebbe potuto destinare questi soldi all’aiuto della popolazione civile coinvolta suo malgrado nei bombardamenti? Si chiedono gli utenti. I civili ucraini – donne, bambini, anziani, disabili – stanno pagando, in effetti, il prezzo più alto del conflitto: sono intrappolati nelle città assediate senza acqua corrente né elettricità né riscaldamento (si consideri che siamo a febbraio e che le temperature sono estremamente rigide ora nel Paese); non possono avere accesso a cibo o medicine perché i supermercati sono ormai vuoti; vivono nei rifugi nell’estenuante attesa che le sirene smettano di suonare.
Chi ha potuto ha già lasciato il Paese, dando corpo al più veloce esodo di massa della storia recente: secondo le associazioni umanitarie, infatti, sono già più di due milioni i profughi che stanno bussando alle porte dell’Europa. Queste persone avrebbero bisogno del sostegno economico e dell’attenzione mediatica – non i soldati: se si continua ad alimentare la macchina della guerra, come si può sperare che il conflitto si estingua in tempi brevi?
Altri volti di Hollywood, come l’attrice di origini ucraine Mila Kunis e l’attore e modello Ashton Kutcher, hanno voluto dare il proprio contributo a sostegno della crisi in Ucraina, ma la loro generosità (3 milioni di dollari) sosterrà progetti di aiuti umanitari per i rifugiati: la coppia ha lanciato anche una campagna di raccolta fondi sul portale GoFundMe per sostenere gli aiuti umanitari nel Paese.
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Fonte: The Indipendent
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