Nonostante sia estinto da milioni di anni, c'è chi giura di aver avvistato questo rettile acquatico in tempi molto più recenti, vivo e vegeto!
Se la Scozia vanta il mostro di Loch Ness, l’Italia ha il suo “Lariosauro”, rettile acquatico protagonista di misteriose leggende ambientate nelle acque del Lago di Como.
Il Lariosauro, nome scientifico Lariosaurus Balsami, era un predatore di circa 1 metro e 30 cm di lunghezza, di cui sono stati rinvenuti resti fossili in varie aree del mondo, compresa la provincia di Lecco, dove viveva circa 240 milioni di anni fa. Il rettile aveva zampe anteriori simili a pinne, muso allungato con denti sporgenti e una lunga coda.
Il primo esemplare venne ritrovato nel 1830 a Perledo, presso il Lago di Como, da Giuseppe Balsamo Crivelli. Fu successivamente il geologo e paleontologo Giulio Curioni ad attribuirgli il nome di Lariosaurus balsami, ispirandosi da un lato all’antico nome del Lago di Como, il Lario, dall’altro al nome del suo scopritore.
Nonostante sia estinto da milioni di anni, c’è chi giura di averlo avvistato in tempi molto più recenti, vivo e vegeto. I primi avvistamenti, secondo quanto riporta il sito della “Regione Lombardia”, risalirebbero al periodo compreso tra la metà degli anni ’40 e i primi anni 2000.
Nel 1946, secondo le cronache locali, a vedere uno strano animale lungo una decina di metri, dalla bocca spaventosa, furono due cacciatori nei pressi della riserva naturale Pian di Spagna, mentre nel 1954 alcuni pescatori dichiararono di aver visto un animale di almeno 80 cm di lunghezza, con zampe palmate, nelle acque di fronte ad Argegno.
Nel 1957 un gruppo di ricercatori avvistarono, sempre nel Lago di Como, un animale non ben identificato con la testa stranamente allungata, e nel 2003 alcuni pescatori videro una specie di “anguilla” di almeno 10 metri di lunghezza. Naturalmente dal punto di vista scientifico simili avvistamenti sono privi di fondamento, anche per questioni di incompatibilità biologica.
In ogni caso, se non doveste avere la “fortuna” di avvistarlo, potrete sempre rimediare visitando i Musei di Storia Naturale di Lecco, dove sono conservati alcuni interessanti esemplari fossili del misterioso rettile.
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FONTI: Regione Lombardia/eccolecco
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