L'indagine genetica che ha confermato le origini uniche degli Uros del Lago Titicaca, rivelando una storia di resilienza e identità in un contesto di cambiamenti climatici e sfide politiche
Nel sud del Perù, sulle acque serene del lago Titicaca, esiste un popolo unico: gli Uros. Vivendo su isole fatte di canne, hanno sempre affascinato il mondo con il loro stile di vita singolare. Ma da dove vengono realmente? Nel 2007, una squadra di genetisti ha intrapreso un viaggio con il solo scopo di analizzare il DNA di questa popolazione, che ha sempre attratto l’attenzione internazionale, spingendo visitatori di ogni tipo, dagli avventurieri ai missionari, e persino studenti di ingegneria della Brigham Young University dello Utah, che hanno contribuito a migliorare le condizioni di vita degli Uros dotando le isole di filtri per l’acqua e servizi igienici biodegradabili.
Questo particolare intervento scientifico si distingueva però dai precedenti. La comunità degli Uros, che mantiene uno stile di vita di cacciatori-raccoglitori, mostrava perplessità e riluttanza nell’accettare la raccolta di campioni di saliva richiesta dai genetisti. Di fronte a tale esitazione, i capi della comunità si adoperarono per convincere i propri membri dell’importanza di tale studio. Da tempo, infatti, gli Uros rivendicano di discendere da una cultura anteriore agli Inca, un’affermazione spesso messa in dubbio da altri peruviani e contestata dal governo centrale, interessato a esercitare un controllo maggiore sul lago e sul suo turismo tramite la creazione di una riserva nazionale. Il riconoscimento scientifico delle loro origini avrebbe potuto fornire non solo una conferma della loro identità ma anche rafforzare i loro diritti politici.
L’analisi del DNA, condotta da Jose Raul Sandoval e dal suo team dell’Università San Martin de Porres di Lima, pur rivelando discrepanze rispetto alle narrazioni orali degli Uros, ha portato al riconoscimento ufficiale del governo peruviano della loro autenticità come popolazione originaria del lago Titicaca.
La storia di un popolo
Gli Uros, che oggi contano quasi 2.000 individui (5.000 includendo quelli sul lato boliviano del lago), tracciano le loro origini a una cultura ancestrale conosciuta come Urus. Questi ultimi conducevano un’esistenza semi-acquatica nelle zone umide dell’Amazzonia prima di migrare verso le Ande per sfuggire alla dominazione Inca, abbandonando l’agricoltura per dedicarsi alla pesca e alla caccia, pratiche ancora oggi fondamentali per gli Uros. L’arrivo dei colonizzatori spagnoli complicò ulteriormente la narrazione storica. Gli Urus furono costretti a mescolarsi con i Quechua e gli Aymara, adottando aspetti della loro cultura e lingua, al punto da far scomparire la lingua uruquilla. Questa perdita fu interpretata da molti come la fine dell’identità Uru, relegando gli Uros moderni a mera finzione per alcuni osservatori.
Tuttavia, lo studio di Sandoval ha dimostrato che, nonostante le somiglianze genetiche con altri gruppi indigeni sudamericani, gli Uros possiedono marcatori genetici distinti, confermando la loro unicità e legittimando le loro tradizioni orali. Il progetto, parte del più ampio Progetto Genografico del National Geographic, ha confrontato il DNA mitocondriale degli Uros con quello di altre popolazioni andine, rivelando una complessità storica e genetica finora sottovalutata. Queste scoperte hanno avuto ripercussioni significative, portando nel 2018 alla legge peruviana che riconosce gli Uros come popolazione indigena nativa, mettendo fine ai progetti di creazione di una riserva statale. Oggi, la comunità affronta nuove sfide, tra cui i cambiamenti climatici che minacciano le loro tradizionali modalità di vita.
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Fonte: Plos One
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