Nel 2013 accade anche questo. A Lampedusa gli immigrati vengono messi in fila, nudi come nei lager per essere trattati contro la scabbia, calpestando la loro dignità di uomini. Vengono sottoposti alla disinfestazione nel centro di prima accoglienza dell’isola,contro una malattia che, stando ai loro racconti e alle prime visite, nessuno sembrava avere prima dello sbarco. Le terribili immagini sono state mostrate ieri da un approfondimento del TG2
Nel 2013 accade anche questo. A Lampedusa gli immigrati vengono messi in fila, nudi come nei lager per essere trattati contro la scabbia, calpestando la loro dignità di uomini. Vengono sottoposti alla disinfestazione nel centro di prima accoglienza dell’isola,contro una malattia che, stando ai loro racconti e alle prime visite, nessuno sembrava avere prima dello sbarco. Le terribili immagini sono state mostrate ieri da un approfondimento del TG2.
“Tutte le persone sono senza vestiti, come animali” racconta uno degli immigrati. Un trattamento inaccettabile e che per certi aspetti ricorda quello subito 70 anni fa nei campi di concentramento. Fa quasi sorridere che queste immagini vengano diffuse alla vigilia della Giornata Internazionale dei Migranti che si celebra oggi.
Per l’occasione, le Nazioni Unite avervano invitato tutti i cittadini globali a partecipare online condividendo foto,video e racconti personali su come gli immigrati contribuiscano positivamente alla vita delle comunità e alle economie di tutto il mondo.
Ma con queste immagini davanti agli occhi è davvero difficile immaginare che esistano anche storie positive. Giusi Nicolini, il sindaco di Lampedusa, ha commentato: “Immagini che fanno l’effetto di un campo di concentramento. È la dimostrazione che questo è un modello di accoglienza di cui Lampedusa si vergogna, di cui l’Italia deve vergognarsi e che deve cambiare. Non è questo quello che ci aspettavamo di vedere ad appena due mesi dal naufragio che ha suscitato pianti, lacrime, impegni e promesse – aggiunge. – Il sovraffollamento del centro crea queste situazioni. Va assolutamente cambiato, a partire da Lampedusa e nel resto del mondo”.
Ecco il video:
È possibile partecipare alla conversazione globale su Facebook e Twitter utilizzando #IAmAMigrant. Tutte le foto e le storie condivise saranno presenti nella pagina Storify delle Nazioni Unite. Un modo, forse l’unico al momento, per tenere alta l’attenzione sulla questione dell’immigrazione.
Francesca Mancuso
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