La morte di Berlusconi vista dalla stampa estera: “la fine di un’epoca per l’Italia”

Ha firmato in un modo o nell’altro tutta la storia politica d’Italia dalla nascita della Seconda Repubblica ad oggi, ha tenuto a battesimo – negli anni ’80 – un rivoluzionario modo di fare televisione. Che ci piaccia o no, ha costruito un impero, fatto di città costruite ad hoc, squadre di calcio e gruppi d’ogni sorta. È entrato e uscito da processi grazie a prescrizioni e a leggi “particolari”. Amato da molti, detestato da altri, la sua morte, oggi, è breaking news su tutti i media internazionali

Addio Silvio Berlusconi. Good bye, adieu, adios, auf Wiedersehen. C’era da aspettarselo che la notizia della morte del 4 volte premier (e non solo) facesse il giro del mondo. D’altro canto del Berlusca si stanno preparando ora funerali di Stato in pompa magna al Duomo di Milano: l’ultima volta che, da lassù, ci farà un paio di corna raccontandoci una barzelletta.

Proprio così, perché – al di là che sia piaciuto o meno, al di là del partito che ha guidato per decenni e al di là anche della fede politica (e calcistica) di ciascuno di noi – è un dato di fatto che Silvio Berlusconi abbia in qualche modo segnato tutta la storia della Seconda Repubblica (quella che veniva fuori da Mani Pulite, dalle quali, probabilmente, non ci siamo mai realmente congedati), a suon di frasi emblematiche, gesti ancor più simbolici, battute più o meno infelici. E un modo di guidare la politica che non sta a noi di greenMe giudicare (tranne uscite varie come quando ha tentato di rinegoziare i tetti delle emissioni di CO2 e fu richiamato dall’Europa).

Del congedo ultimo del “Cavaliere” oggi ne parla il mondo intero e non poteva essere diversamente: una decisamente figura controversa in Italia che spesso è stata oggetto di scherno all’estero per le sue battute oscene, gli scandali sessuali e la sovrapposizione di interessi politici e commerciali. Dalla BBC al The Guardian, dalla Cbs ad Al Jazeera ad Arab News, da Le Monde al El Pais, da Indian Times al Financial Time, da Deutsche Welle al Jerusalem Post, al Japan Times, tutti hanno la breaking news della sua scomparsa.

Figura di spicco della destra italiana titola Le Monde, risevandogli una foto austera.

https://www.facebook.com/lemonde.fr/posts/625641152930517?ref=embed_post

Mentre la CCN non fa meno di ricordare i suoi rapporti con Putin, così come la BBC titola ricordando il Bunga Bunga:

Di altro tono il The Guardian:

e Al Jazeera:

Dall’India così:

Mentre parla di “miliardario magnate dei media” il Financial Times:

https://www.facebook.com/financialtimes/posts/632657715574276?ref=embed_post

E si potrebbe continuare all’infinito. Vero è che di Berlusconi ne sentiremo parlare tantissimo nei prossimi giorni: i suoi sostenitori lo faranno santo, i detrattori si limiteranno (si spera) a ricordare i lati della sua politica più oscuri. Non su questa terra, però, toccherà il giudizio finale. A noi solo l’arduo compito di unire i fili di una storia di un Paese, il nostro, che troppe volte non è risultato eccellente né autorevole agli occhi del resto del mondo.

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