Masha Amini vince il Premio Sakharov 2023 per la libertà di pensiero. Il riconoscimento è stato assegnato anche al movimento iraniano "Donna, Vita, Libertà"
Non ci stancheremo mai di raccontarlo: Jina Mahsa Amini, una donna curda di 22 anni, stava visitando Teheran nel settembre 2022, quando fu arrestata e picchiata dalla cosiddetta polizia morale per aver indossato l’hijab nel modo “sbagliato”.
La sua morte, avvenuta pochi giorni dopo, ha scatenato da allora massicce proteste in Iran, con le donne in prima linea. Con lo slogan “Donna, Vita, Libertà” tutte hanno protestato, non senza correre seri pericoli, contro la legge sul velo e altre leggi discriminatorie.
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Ora a lei e a loro tutte va un premio: il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, la più alta onorificenza dell’Eurocamera per i diritti civili.
Il 16 settembre è una data che vivrà nell’infamia. Il brutale omicidio di Mahsa Amini ha segnato un svolta, ha innescato un movimento di donne che sta facendo la storia – ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola a Strasburgo. Il premio di oggi è il nostro tributo alle donne, agli uomini, ai giovani iraniani coraggiosi che, nonostante le crescenti pressioni, stanno guidando il cambiamento. Noi siamo con voi.
The world has heard the chants of Women. Life. Liberty.
The Sakharov Prize is testament to @Europarl_EN's support to the courageous people in Iran leading the push for change.
We are with you. pic.twitter.com/XoXwKPoK5N
— Roberta Metsola (@EP_President) October 19, 2023
Assegnato per la prima volta nel 1988 a Nelson Mandela e Anatoli Marchenko, il Premio Sakharov per la libertà di pensiero, il Premio Sakharov (una dotazione di 50mila euro) rappresenta il più alto tributo dell’Unione Europea al lavoro sui diritti umani. Dà un riconoscimento a individui, gruppi e organizzazioni che abbiato dato un contributo eccezionale alla protezione della libertà di pensiero. Attraverso il premio e la rete associata, l’Unione europea assiste i vincitori, che vengono sostenuti nei loro sforzi per difendere le proprie cause.
Il premio è stato finora assegnato a dissidenti, leader politici, giornalisti, avvocati, attivisti della società civile, scrittori, madri, mogli, leader di minoranze, un gruppo antiterrorismo, attivisti per la pace, un attivista contro la tortura, un fumettista, da molto tempo – al servizio dei prigionieri di coscienza, di un regista, dell’ONU come organismo e persino di un bambino che si batte per il diritto all’istruzione.
Promuove in particolare la libertà di espressione, i diritti delle minoranze, il rispetto del diritto internazionale, lo sviluppo della democrazia e l’attuazione dello Stato di diritto. Diversi vincitori, tra cui Nelson Mandela, Malala Yousafzai, Denis Mukwege e Nadia Murad, hanno vinto anche il Premio Nobel per la pace.
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Fonte: Parlamento europeo
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