La biblioteca umana di Copenaghen, dove puoi affittare una persona al posto dei libri, è sbarcata anche a Palermo (e il risultato è meraviglioso)

I libri, le narrazioni, le storie, sono un potente strumento di comunicazione che colmano divisioni e appianano differenze, riempiono vuoti, creano luce. Ma cosa succederebbe se, invece di interpretare il racconto di qualcuno attraverso la carta stampa, lo si potesse ascoltare di persona? È un po’ questo il senso delle Human Library, esperienze in cui i lettori prendono “in prestito esseri umani che fungono da libri aperti”. Ed è subito magia

Da quando “è successo” a Copenaghen 23 anni fa non ci si è più fermati. Parola dopo parola, sguardo dopo sguardo, l’esperienza della Human Library ha fatto il giro del mondo e ritorno.

Qui, ogni “persona-libro” è tesa a rappresentare un gruppo che lotta contro pregiudizi o stigmatizzazioni basati sul proprio stile di vita, convinzioni, disabilità o etnia. O “semplicemente” a narrare una storia.

È proprio questo il bello: se la potenza di un libro è seminare conoscenza e smorzare qualsiasi anelito di paura, figuriamoci se quel libro è “vivente” e le sue righe sono raccontate da una persona in carne ed ossa. Si crea legame e complicità, ci si immedesima nell’altro e se ne comprendono le differenze, ricchezza assoluta per una crescita individuale.

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Da Copenaghen questo tipo di iniziativa non ci ha messo molto a spiccare il volo e i risultati sono straordinari.

Contro ogni stereotipo

Ci vogliono solo tre secondi perché una persona decida se gli piaci o meno o se vuole lavorare con te, secondo Jean Baur, consulente di carriera e autore di The Essential Job Interview Handbook (linkaffiliazione). Allora come possiamo svelare i nostri pregiudizi e giudizi stereotipati?

Una linea di ricerca di lunga data che mira a combattere i pregiudizi è chiamata “ipotesi di contatto”, secondo cui il contatto tra gruppi può aiutare a promuovere la tolleranza e l’accettazione quando sono riuniti nelle giuste condizioni. Precedenti ricerche hanno anche indicato che convincere le persone a interagire con il punto di vista di un altro per soli 10 minuti potrbbe avere effetti a lungo termine.

Ecco, la Human Library, la Biblioteca vivente, che opera secondo gli stessi principi.

La Biblioteca vivente fu creata 23 anni fa da Ronni Abergel, un attivista e giornalista danese impegnato nella difesa dei diritti umani. Ora ospita eventi in oltre 80 Paesi e ha più di 1.000 “libri umani” in circolazione in più di 50 lingue.

Avevo una teoria secondo cui avrebbe potuto funzionare perché la biblioteca è uno dei pochi posti nella nostra comunità dove tutti sono i benvenuti, che tu sia ricco o povero, senzatetto o viva in un castello, professore o analfabeta, ha detto Abergel in un intervista alla CNN . È davvero l’istituzione più inclusiva dei nostri tempi.

La Biblioteca Umana crea uno spazio sicuro in cui le persone possono impegnarsi, sia individualmente che in piccoli gruppi, per incoraggiare le persone a “non giudicare” un libro dalla copertina. La biblioteca adatta il proprio approccio ai pregiudizi e ai pregiudizi di ogni persona.

La Human Library in Italia

Anche in Italia sono nate in questi anni tantissime iniziative di Biblioteca vivente. Da Milano a Roma, da Firenze a Torino a Venezia, da Arese a Lecco, e nei giorni scorsi anche a Palermo, vengono organizzate di volta in volta moltissime biblioteche umane, solitamente con durata temporanea da un giorno a 1 settimana e inserite all’interno di eventi e festival tematici.

Sul sito Biblioteca Vivente dell’Associazione ABCittà è possibile trovare un calendario aggiornato con tutti i vari appuntamenti e iniziative, e le sedi delle varie biblioteche viventi in Italia e informazioni utili per creare una Human Library nella propria città.

Quassù in foto l’ultima esperienza a Palermo, qualcosa di straordinario che non vediamo l’ora venga ripetuto. A questo link tutti i prossimi appuntamenti.

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Fonte: Human Library Org

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