L'ex presidente dell'Uruguay parla della crisi del coronavirus: "I governi hanno sottovalutato le difficoltà, ora è qualcosa per tutti".
“Parla con quello dentro di te, è tempo di meditare un po’”: José Mujica, carismatico ex presidente dell’Uruguay e uomo di grande umorismo, torna a condividere alcuni suoi pensieri e alcune delle parole più lucide e urgenti sulla drammatica situazione che stiamo vivendo.
Intervistato per la rete spagnola La Sexta da Jordi Évole, Pepe ha posto l’attenzione su quelli che considera i problemi principali del mondo: l’ambizione e l’egoismo dell’essere umano di oggi, in particolare dei politici e dei pochi ricchi che controllano le grandi società.
Alla luce di ciò e al di là del problema del coronavirus, gli uomini avanzano verso quello che Mujica definisce “olocausto ecologico”, che potrebbe essere fermato solo con una volontà collettiva.
“È un problema politico – dice. Mai l’uomo ha avuto così tante risorse, capacità o capitale per fermarlo. Ma stiamo andando verso un vero olocausto e stanno facendo una padella gigantesca per friggerci”.
Da qui, l’evento globale di isolamento a causa del Covid-19 e l’inevitabile confronto con la morte, devono poi incoraggiarci a una riflessione sul genere umano:
“Non siamo in guerra – e qui si riferisce al linguaggio bellicoso di Donald Trump e di Emmanuel Macron. Questa è una sfida che la biologia pone per ricordarci che non siamo padroni assoluti del mondo come pensiamo”.
Mujica crede che i governi, nella cecità dell’ambizione e in nome della religione di mercato, abbiano smesso di prestare attenzione agli eventi globali che avrebbero impedito una pandemia.
“I governi hanno sottovalutato le difficoltà… Credevano che fosse una cosa per i cinesi e, ora, è una cosa per tutti”, aggiungendo che il motivo per cui i Paesi asiatici hanno ottenuto una migliore risposta al virus è perché sono in grado di pensare e agire collettivamente, una nozione che manca in Occidente perché è “piuttosto focalizzato su individualismo dilagante”.
Insomma, questa crisi così grave per Mujica potrebbe essere letta anche come una buona cosa che aiuti a richiamare la nostra attenzione sul fatto che i problemi di altre parti sono anche i nostri problemi. Per questo motivo, l’ex presidente uruguayano chiede “di combattere l’egoismo che portiamo dentro” e di “diventare socialmente attaccati gli uni agli altri”. Ovviamente, per ora, virtualmente.
“La peggiore solitudine è quella che abbiamo dentro, è tempo di meditare. Parla con quello dentro di te, è tempo di pensare un po’, guardare fuori il cielo da una finestra o quanto meno immaginarlo”.
Un altro aspetto che il virus ha messo in evidenza, secondo Mujica, è che “ha dimostrato quante cose superflue abbiamo” e questo sembra essere il grande insegnamento: abbandonare il nostro attaccamento alla ricchezza materiale superflua per affermare ciò che è veramente importante.
È come se una madre Natura avesse rimproverato i suoi figli intimandoli ad andare nella propria stanza a riflettere su ciò che ha fatto. E ora siamo tutti quel figlio punito.
Ottantaquattro anni, Mujica è una personalità apprezzata in tutto il mondo anche per aver rinunciato all’epoca della presidenza, al 90% del suo stipendio continuando a vivere nella sua fattoria. Sotto l’intervista per intero:
Fonte: La Sexta
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