Le tribù dei nativi americani raggiungono un accordo da 590 milioni di dollari che permetterà loro di affrontare la grave crisi di oppioidi.
La multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson e i tre maggiori distributori di farmaci negli Stati Uniti AmerisourceBergen, McKesson e Cardinal Health, secondo i documenti depositati nella Corte distrettuale degli Stati Uniti a Cleveland, hanno concordato questo martedì di pagare un totale di 590 milioni di dollari alle tribù di nativi americani per la crisi da oppioidi nel Paese.
Mentre Johnson & Johnson pagherà 150 milioni di dollari in un arco di tempo di due anni, McKesson, Cardinal Health e AmerisourceBergen pagheranno 440 milioni di dollari nel lasso di sette anni. È così che questo diventa il più grande accordo di oppioidi finora fatto con le tribù native americane. Queste comunità sostengono che i produttori di farmaci, i distributori e le farmacie hanno aiutato ad alimentare l’abuso degli antidolorifici creando dipendenza.
La popolazione dei nativi americani ha subito alcune delle peggiori conseguenze provocate dall’epidemia di oppioidi, più di qualsiasi altra popolazione negli Stati Uniti, imponendo gravi oneri finanziari ai governi tribali per coprire l’aumento della spesa per assistenza sanitaria, servizi sociali, assistenza all’infanzia, forze dell’ordine e altri servizi governativi”, hanno detto gli avvocati delle tribù di nativi americani.
L’accordo è arrivato dopo che più di 400 tribù di nativi americani hanno citato in giudizio le quattro aziende per presunta produzione e spedizione di oppioidi alle loro comunità, nonostante gli avvertimenti riguardo i problemi di salute e le overdose. L’intesa però non è ancora definitiva, mancano infatti le firme di centinaia di tribù in tutto il Paese, che si spera possano arrivare presto e senza ostacoli.
I Centers for Disease Control and Prevention hanno scoperto che tra il 1999 e il 2015 i nativi americani avevano i più alti tassi di overdose fatale legati agli oppioidi, nonostante costituissero meno del 2% della popolazione degli Stati Uniti. Ad esempio, la ricerca mostra come nello stato di Washington i nativi americani morti di overdose per droga siano stati più del doppio rispetto a quelli di altri gruppi razziali ed etnici.
La risposta delle case farmaceutiche
Dipendenza e morte. Negli ultimi due decenni, l’epidemia di oppioidi ha causato la perdita di quasi 500.000 vite negli Stati Uniti. Ma di fronte alle evidenti e fatali conseguenze di una tossicodipendenza, le aziende affermano di non aver fatto nulla di sbagliato e di aver seguito responsabilmente le leggi federali.
Questo accordo non è un’ammissione di alcuna responsabilità o illecito e la Società continuerà a difendersi da qualsiasi contenzioso che l’accordo finale non risolve”, ha detto Alison Fennell, portavoce di Johnson & Johnson.
La Cardinal Health invece ha rifiutato di commentare, la riposta della McKesson è ancora in attesa e l’AmerisourceBergen assicura che l’accordo con le tribù “accelererà il flusso di risorse verso le comunità colpite dalla crisi”, consentendo nello stesso tempo all’azienda di concentrarsi sul garantire che la catena di approvvigionamento farmaceutico soddisfi le esigenze degli operatori sanitari e dei pazienti.
Lloyd Miller, uno dei principali avvocati dei querelanti, ha assicurato che questo “monumentale storico accordo” è un piccolo ma importantissimo passo per affrontare un’epidemia che ha devastato le comunità tribali. Un accordo che mette le tribù dei nativi americani su un piano di parità con Stati e Città, mentre si cerca di ridurre la crisi degli oppioidi.
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