Nulla di nuovo sotto al sole. D'altronde nel 1985, ne Il Mistero di Bellavista, De Crescenzo spiegò per filo e per segno quello che occorrerebbe in caso di terza guerra mondiale...
Siamo passati dalla razzia delle penne rigate e della carta igienica a quella dei bunker. Quando pensavamo che sì, “sarebbe andato tutto bene”, zac, non avremmo mai creduto che saremmo arrivati piuttosto a tanto. A cercare (e acquistare) dei bunker.
“Un’avvilente corsa all’acquisto spinta da un impulso emotivo”, così un’azienda mantovana specializzata nella realizzazione di rifugi antiatomici (?) descrive la frenesia del momento, subissata, come si trova in questo momento, dalle richieste di molte famiglie italiane di rifugi per proteggersi dalle possibili conseguenze della guerra in Ucraina.
Una impresa che ha già operato con la Nato e con l’Aviazione italiana e che da anni importa sofisticati sistemi per la realizzazione di costruzione di massima sicurezza (?) oggi si trova a dover far fronte a richieste inaspettate.
Pare che si tratti, nella media, di una decina di richieste al giorno, molte delle quali giungono da gente disorientata sul da farsi, mentre finora almeno una decina di persone si sono attivate concretamente per realizzare un bunker sotto la propria cosa.
Le richieste – spiega l’imprenditore Giulio Cavicchioli – arrivano soprattutto da professionisti e gente benestante del Centro e Nord Italia che desiderano proteggere la loro famiglia.
Ai timori per le pandemie adesso si sono aggiunti quelli per i disastri di natura chimica e nucleare, ovviamente alimentati dall’inizio della guerra in Ucraina.
Anno 1985, il grande Luciano De Crescenzo ci aveva visto lungo. Ecco un pezzo storico de Il Mistero di Bellavista, “tutto quello che serve in caso di guerra nucleare”:
Mala tempora currunt…
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