Lo stivale balza di 10 posizioni nel report del Transparency International che analizza l'indice di corruzione nel mondo
Lo stivale balza di 10 posizioni nel report del Transparency International che analizza l’indice di corruzione nel mondo
Il report annuale del Transparency International circa il CPI dall’inglese Corruption Perceptions Index, l’indice di percezione della criminalità, mostra dei dati favorevoli per l’Italia, la cui posizione in classifica balza in avanti rispetto allo scorso anno.
Il CPI tiene conto di 180 paesi in tutto il mondo con il minore ed il maggiore tasso di corruzione, riportato in un elenco decrescente, partendo da Stati dove la corruzione è pressoché inesistente e scendendo via via verso quelli in cui questa è tristemente un elemento portante della società.
Nel 2020 l’Italia si era classificata 52esima, mentre nel 2021 è stato fatto un concreto passo avanti, scalando ben 10 posizioni e arrivando al 42° posto nel 2021 con 56 punti, 3 punti in più rispetto al 2020.
I punti del CPI vengono assegnati a ciascun paese in una scala da 0 (livello di corruzione molto alto) a 100 (livello di corruzione bassissimo) sulla base di 13 indagini diverse che comprendono sondaggi sulla percezione della corruzione, ma anche dati provenienti dal World Economic Forum o dalla Banca Mondiale. La scala è inoltre cromatica, i paesi meno corrotti vengono raffigurati in giallo chiaro, mentre quelli più corrotti con il rosso intenso.
Notizie buone per il nostro paese, ma è ancora molto lunga ed insidiosa la strada da percorrere per debellare la corruzione ed avvicinarsi il più possibile alle prime posizioni che si riconfermano appartenere ai paesi scandinavi con la Danimarca in testa con 88 punti, seguita a pari merito da Finlandia e Nuova Zelanda. Tra le prime 10, oltre ad altri Stati europei come Norvegia, Olanda e Germania, vi sono anche la Svizzera e Singapore.
Fonte: Transparency International
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