Israele sta bombardando (anche) i pannelli solari del più grande ospedale di Gaza: “siamo al collasso”

Per chi vive a Gaza ogni minuto può essere l'ultimo. Il più grande ospedale della Striscia è sempre più vicino al collasso, le truppe israeliane stanno prendendo di mira anche i pannelli solari che forniscono energia e acqua alla struttura sanitaria che è tornata a riempirsi di feriti

A Gaza sono ripresi i bombardamenti dopo la tregua umanitaria per consentire il rilascio di ostaggi e detenuti. Nell’arco di un paio di giorni hanno perso la vita già centinaia di persone e gli ospedali, ormai sventrati, sono tornati a riempirsi di feriti. Le immagini che arrivano dalla Striscia sono terrificanti: bambini mutilati e sanguinanti con il terrore negli occhi, famiglie sotto le macerie, genitori disperati, senza più forze per piangere i loro figli uccisi.

Le forze israeliane non guardano in faccia nessuno e di recente avrebbero preso di mira anche anche il sistema di pannelli solari che fornisce energia all’ospedale di Al-Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, ormai sull’orlo del collasso per via della carenza di acqua, medicinali e carburante.

A denunciare la situazione sempre più estenuante, confermata anche dalla radio palestinese Al-Aqsa, il giornalista Tareq Abou Azzoum di Al Jazeera.

“Questa volta Israele ha distrutto i pannelli solari installati sul tetto dell’edificio dell’ospedale Al-Shifa. Si tratta di un chiaro attacco che ha distrutto i pannelli solari che forniscono elettricità ai principali reparti dell’ospedale. Ciò interromperà anche la fornitura di altri servizi, compresa l’acqua per le migliaia di persone che si trovano in questo complesso.

Tuttavia, il portavoce militare israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha tentato di difendere il suo esercito. “Non abbiamo attaccato, per quanto ne so, i pannelli solari nell’ospedale di Al-Shifa”.

Leggi anche: Neonati prematuri di Gaza: invece di nutrire la vita, stiamo alimentando la morte

Nessun luogo è sicuro a Gaza

A Gaza è un inferno: il personale medico è costretto a operare e amputare gli arti dei pazienti a ritmi frenetici e senza anestesia, spesso sul pavimento, come spiegano anche da Medici Senza Frontiere:

Nella Striscia non esiste più nessun luogo privo di pericoli in cui nascondersi. Migliaia di civili innocenti rischiano ogni secondo di morire di stenti, di infezioni o di essere colpiti da bombe e cecchini.

Sono nel sud di Gaza, dove i bambini e le loro famiglie stanno lottando per mettersi in salvo. – racconta Jason Lee, Direttore di Save the Children nei Territori palestinesi occupati. – Ma non c’è nessun posto sicuro a Gaza. Non c’è nessun posto dove andare. Le famiglie vengono avvertite dalle autorità israeliane di spostarsi, ancora una volta, sfollate con la forza in aree sempre più ristrette senza alcuna garanzia per la loro sicurezza o prospettiva di poter tornare, e privi delle infrastrutture necessarie e l’accesso ai servizi salvavita.

Non si può più fingere che questi ordini garantiscano la sicurezza e la sopravvivenza delle famiglie, perché le mettono solo di fronte all’inconcepibile “scelta” tra una condanna a morte piuttosto che un’altra.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonti: Al Jazeera/MSF/Save the Children

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram