Subiva da tempo violenze di ogni genere da parte del compagno e, per salvarsi, aveva ideato un messaggio in codice da inviare a un'amica in caso di grave pericolo
Subiva da tempo minacce, insulti e violenze di ogni genere da parte del compagno e nonostante avesse sporto denuncia lo scorso agosto, le violenze non si erano fermate.
Sentendosi costantemente in pericolo aveva deciso di ideare un messaggio in codice (un emoticon) da inviare a un’amica, in modo che quest’ultima potesse intervenire e avvisare immediatamente la polizia in caso di necessità.
L’uomo si era trasferito a casa della compagna, una donna di 58 anni di Como, dopo che aveva perso il lavoro. La obbligava a mantenerlo nonostante le difficoltà economiche in cui la donna versava, le vietava di frequentare gli amici, beveva troppo e gli attacchi d’ira erano all’ordine del giorno.
Inoltre, secondo quanto riportato dalla Questura di Como, le impediva di divulgare la sua condizione e tantomeno di chiamare le Forze dell’Ordine.
– Nella giornata del 10 ottobre – riporta la Questura di Como sulla propria pagina FB – la Polizia di Stato di Como ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como -. L’uomo è stato pertanto arrestato.
Anche se in questo caso, dato che la signora si trovava in casa da sola con il compagno, il segno internazionale usato dalle donne per chiedere aiuto non sarebbe servito a molto, vogliamo ricordare che in altre circostanze può rilevarsi estremamente utile.
Il segno è la mano aperta con il pollice all’interno e poi chiusa a pugno, un segnale di comunicazione che ha già permesso a tante donne vittime di abusi e violenze di chiedere aiuto senza farsi capire dal partner che le soggiogava. Un codice che non necessita di essere pronunciato ad alta voce, ma che in alcune circostanze può essere vitale.
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FONTE: Questura di Como
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