Durante i funerali di Agnès Lassalle, l’insegnante uccisa da un alunno la scorsa settimana a San Juan de Luz, nei Pirenei francesi, il marito ha iniziato a ballare davanti alla sua bara. Pochi passi di danza, di amore e di solitudine
Una immagine di una bellezza e di una forza devastanti. Una bara chiara, la foto di una donna che sorride e poi un uomo, cappotto grigio e panciotto, che balla prima da solo e poi in mezzo a un mucchio di gente.
Qui, in una cittadina basco francese, Agnès Lassalle, la donna della foto, è stata uccisa chissà perché da un suo studente. E a lui, Stephane Voirin, suo marito, ora non rimane altro che ballare. Ballare, come facevano un tempo, insieme, prima della tragedia.
Così, nella maniera più naturale possibile, accade un piccolo miracolo: “Love” di Nat King Cole, nella versione francese delicata e vibrante, prende il posto dei rintocchi cadenzati di una campana, delle lacrime e dei singhiozzi. Della rabbia, anche, e sul sagrato di quella chiesa il funerale appena terminato cede il posto alla musica.
Stephane, balla, disperatamente e potentemente. Fa un gesto come se accogliesse Agnès e poi balla. Balla di un ballo che conosce solo lui, nella sua intimità. Balla, perché è quello che faceva con lei, è quello che li univa. Balla, braccia spalancate ad accogliere – chissà – l’anima di Agnès.
A lui si aggiunge una donna, poi un uomo, in coppia, da soli, uno ad uno gli amici di Stephane e Agnès si uniscono a quall’ultima danza.
À Biarritz, l’hommage dansé de ses proches à Agnès Lassalle, l’enseignante tuée à Saint-Jean-de-Luz pic.twitter.com/o9HoOUHIEn
— France Bleu Pays Basque (@Bleu_Basque) March 3, 2023
Nadie nos quita lo bailado! D’altronde, dice un vecchio detto argentino: Nessuno può toglierci quello che abbiamo ballato. Nessuno può toglierci il dovere di riformulare un dolore e farlo nostro nel modo meno disumano possibile.
Fonte: France Bleu Pays Basque
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