Le tribù indigene indiane sfrattate illegalmente dalle terre ancestrali per creare riserve di tigri

Migliaia di indigeni sfrattati senza il loro consenso per fare spazio nelle terre ancestrali a riserve di tigri. È quanto denuncia Survival International che da sempre, si batte per i popoli indigeni e i loro diritti.

Migliaia di indigeni indiani sfrattati senza il loro consenso per fare spazio nelle terre ancestrali a riserve di tigri. È quanto denuncia Survival International che da sempre, si batte per i popoli indigeni e i loro diritti. In un nuovo rapporto dal titolo ‘The officials from the reserve forced us to leave’ ,  l’organizzazione sostiene che ‘gli sfratti si verificano senza consenso e in violazione di leggi nazionali e internazionali e quindi di fatto, sono illegali’.

Un lungo report, lanciato in occasione della Giornata mondiale ONU per i diritti umani, fa chiarezza sui cosiddetti ‘trasferimenti’ degli indigeni. Secondo ministri del governo e conservazionisti, uomini, donne e bambini, vengono spostati su base volontaria e nel rispetto della legge per lasciare spazio alle tigri, ma per Survival le cose stanno diversamente.

“Cacciare i popoli indigeni dalle loro terre, di cui li si deruba nel nome di un modello di “conservazione” che spesso non funziona, è illegale e costituisce una grave violazione dei loro diritti”, spiega Stephen Corry, direttore generale di Survival.

Tra le testimonianze c’è quella di Subelal Dhurwey, giovane Baiga il cui fratello, Sukhdev, è stato ucciso dopo essere stato sfrattato dalla riserva delle tigri di Kanha.

“Siamo stati una delle ultime famiglie a resistere, ma i funzionari della riserva ci hanno costretto ad andarcene. Ci avevano detto che si sarebbero presi cura di noi per tre anni, ma non hanno fatto nulla. Non è venuto nessuno ad aiutarci nemmeno quando è stato ucciso mio fratello”, dice Subelal.

“La verità  è che sono stati sfrattati con la forza. Sono stati picchiati” riferisce a Survival JK Thimma, leader Jenu Kuruba che ha assistito ai “trasferimenti volontari” di molti abitanti dalla riserva delle tigri di Nagarhole.

indigeni sfratti

Foto:© Survival International

I Chenchu che vivono nella foresta Nallamalla, che è oggi parte della riserva delle tigri di Amrabad, dichiarano in una lettera aperta:

“Consideriamo il benessere della foresta un nostro dovere. Proteggiamo gli animali e le piante di questa foresta senza far loro del male. Questa foresta è la nostra casa. La sua flora e la sua fauna sono parte della nostra famiglia”.

Per questo motivo, Survival chiede una moratoria per tutti i “trasferimenti” dalle riserve delle tigri e un’inchiesta indipendente sugli sfratti. “Se lo vogliono, tutti coloro che hanno subito lo sfratto illegalmente e forzatamente devono poter ritornare a casa”, dice l’organizzazione convinta che gli sfratti sono dal Dipartimento indiano per le foreste, ma che ‘le grandi organizzazioni per la conservazione, come la Wildlife Conservation Society (WCS) e il WWF, li sostengono sia direttamente sia indirettamente’.

“In India, la WCS ha portato avanti la richiesta di trasferimento dei popoli indigeni dalle riserve delle tigri per molti anni e nel 2018 ha ricevuto finanziamenti dallo US Fish and Wildlife Service per “facilitare i trasferimenti volontari, sostenuti dal governo, delle famiglie che vivono all’interno della foresta verso nuovi siti esterni”.

E aggiunge:

“Il WWF e la WCS sono complici degli sfratti e delle violazioni dei diritti umani. Il WWF equipaggia e addestra le guardie forestali che non soltanto sfrattano illegalmente le comunità dalle loro case, ma addirittura torturano e uccidono gli indigeni”.

indigeni sfratti

Foto:© eleonorafanari

Ne avevamo già parlato qualche anno fa, nel nome della conservazione, nelle riserve delle tigri vengono distrutte le vite di centinaia di migliaia di indigeni. Il governo indiano li sfratta dalle loro terre e li accusa di essere un pericolo per la conservazione delle tigri, ma dimentica che questi animali sono venerati e in molte zone in cui le tribù sono rimaste, il numero dei felini è addirittura aumentato. Il tutto succede nonostante la legge indiana protegga il diritto dei popoli tribali a rimanere nelle terre. Gli indigeni per paura di essere torturati, picchiati e uccisi scappano.

“Distruggere i popoli indigeni è un disastro anche ai fini della conservazione perché gli abitanti originari spesso sono i migliori custodi della natura e di certo sanno fare meglio di qualsiasi Ong straniera. L’India vanta il programma di sfratti più vasto di qualsiasi altro luogo e si fa beffe dei diritti umani. È arrivato il momento di fermarlo”, chiosa Corry.

Cosa puoi fare tu, petizione

Si legge nella petizione:

Centinaia di migliaia di indigeni dentro e nelle vicinanze delle riserve delle tigri in India rischiano di essere sfrattati illegalmente dalle loro terre ancestrali nel nome della conservazione. Rischiano arresti, pestaggi e torture per mano dei guardaparco – orribilmente, ad alcune persone hanno addirittura sparato a vista.Mentre sono costretti a lasciare le loro terre con la violenza, per i facoltosi turisti le porte restano aperte. Ecco perché è importante impegnarsi a non visitare alcuna riserva delle tigri in India fino a quando l’autorità indiana per la protezione della tigre non revocherà ‘la sua ordinanza illegale e pericolosa e rispetterà i diritti delle tribù a vivere nelle loro foreste e a proteggerle.

FIRMA QUI LA PETIZIONE

Foto cover: © Survival

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