Si sono affacciati fuori dal loro rifugio con il tetto di foglie per scagliare frecce contro l'aereo che stava passando sopra la loro testa. Questa incredibile serie di immagini Reuters, scattate il 25 marzo scorso, mostra una tribù amazzonica di indiani incontaminata che vive vicino al fiume Xinane nello stato brasiliano di Acre, al confine con il Perù.
Si sono affacciati fuori dal loro rifugio con il tetto di foglie per scagliare frecce contro l’aereo che stava passando sopra la loro testa. Questa incredibile serie di immagini Reuters, scattate il 25 marzo scorso, mostra una tribù amazzonica di indios incontaminata che vive vicino al fiume Xinane nello stato brasiliano di Acre, al confine con il Perù.
Gli antropologi credono che questo gruppo abbia avuto scarsi o nulli contatti con il mondo esterno. E che possa essere minacciato, come altre tribù della zona, dal disboscamento illegale, dalle attività minerarie, dall’allevamento del bestiame e da contattati con altri essere umani che potrebbero esporli a malattie comuni che non hanno mai dovuto combattere e che li potrebbe uccidere.
Secondo Survival International, nell’Amazzonia brasiliana abitano più tribù incontattate che in qualunque altra regione del mondo. Stando alle stime del dipartimento governativo agli affari indigeni, il FUNAI, i gruppi isolati sarebbero almeno 77. La loro decisione di non stabilire contatti con le altre tribù e gli esterni è quasi certamente il risultato dei disastrosi rapporti precedenti e del reiterarsi delle invasioni e della distruzione della loro foresta.
Per esempio, proprio i gruppi incontattati che vivono nello stato di Acre sono probabilmente i sopravvissuti all’epoca del boom del caucciù, durante la quale molti Indiani furono ridotti in schiavitù. È probabile che siano fuggiti risalendo i fiumi, ma quel che si sa di questi popoli è molto poco. “Sappiamo con certezza che vogliono rimanere isolati: rispondono agli esterni e agli aerei che li sorvolavano scoccando contro di loro delle frecce o nascondendosi nel folto della foresta”, scrive l’organizzazione dedicata ai popoli tribali e ai loro diritti.
In tutto il mondo ci sono tribù che hanno scelto di rimanere isolate dalla società nazionale o anche dagli altri popoli indigeni. Ma questo non significa che siano “sconosciute” o “immutate” nel tempo. Molti gruppi hanno contatti occasionali, a volte ostili, con le tribù vicine. E sono ben consapevoli di essere circondati da altre società. Spesso, gli indigeni limitrofi e il FUNAI, che gestisce un dipartimento dedicato agli Indiani incontattati e stabilisce un contatto solo nel caso che sia stata messa a grave rischio l’immediata sopravvivenza, sanno approssimativamente dove abitano.
“I popoli incontattati devono avere il diritto di decidere se vivere isolati oppure no. Ma per esercitare questo diritto hanno bisogno del tempo e dello spazio necessari”, scrive ancora Survival. Condizione indispensabile alla loro sopravvivenza è quella che la loro terra, cui hanno diritto secondo la legge nazionale e internazionale, sia protetta. Dovrebbe poter vivere in pace, liberi dalla paura dello sterminio e di contatti devastanti.
E invece continuano a essere sottoposti a brutali furti di terra compiuti da compagnie del legname, allevatori e altri invasori, mentre le loro foreste vengono distrutte rapidamente e sono minacciate da progetti di costruzione di infrastrutture come strade, dighe e piattaforme petrolifere. Come per le dighe di Jirau e Santo Antonio costruite sul fiume Madeira, molto vicine a diversi gruppi di Indiani isolati che starebbero abbandonando la propria terra a causa del rumore e dell’inquinamento prodotti dai cantieri di costruzione.
O come per la ricerca di petrolio e gas della società petrolifera nazionale Petrobras. Secondo fonti locali, la Petrobras ha da pochissimo installato, senza autorizzazione, 15 chiatte con generatori ad alta-capacità nonchè oleodotti e macchinari per l’attività estrattiva sul fiume Tapauá, nello stato di Amazonas. Le esplorazioni hanno luogo nelle vicinenze di sette territori indigeni, tra cui si contano le terre dei Suruwaha, dei Banawa, dei Deni e dei Paumari.
Roberta Ragni
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