Una scuola piemontese su tre ha almeno un allievo “hikikomori” o che rischia di diventare tale. Ragazzi che decidono di ritirarsi letteralmente dalla vita sociale chiudendosi in casa, senza intrattenere più alcun contatto con il mondo esterno. Sono i risultati del questionario sul “ritiro sociale” realizzato dall’Ufficio scolastico regionale
Se ne stanno in disparte, scegliendo volontariamente di isolarsi dal contesto sociale e dal mondo esterno. Sono gli “hikikomori”, i ragazzi che non si vedono, perché a loro piace starsene chiusi in camera. Sono tanti, tantissimi: secondo gli ultimi dati dell’Associazione nazionale Hikikomori Italia, sono circa 100mila i giovani e giovanissimi coinvolti in questa forma di isolamento nel nostro Paese.
Solo in Piemonte, sulle 302 scuole che hanno risposto a un sondaggio realizzato dall’Ufficio scolastico regionale, 89 hanno segnalato 149 “casi problematici” legati al ritiro sociale: 37 allievi con segnali anticipatori, 70 già assenti da tempo che non lo hanno formalizzato e altri 42 che lo hanno dichiarato. Il maggior numero (42 casi) si concentra nel terzo anno della scuola media, con una prevalenza del genere femminile in questa fascia d’età.
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Una scuola piemontese su tre, quindi, ha almeno un allievo “hikikomori” o che rischia di diventarlo.
Ogni caso di ritiro sociale è diverso, ha le sue caratteristiche, gli interventi vanno calibrati sui singoli, altrimenti rischiamo di fare peggio – spiega Stefano Suraniti, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, alla vigilia della firma di un protocollo con la Regione Piemonte che prevede tavoli di lavoro di progettazione dal basso sul fenomeno.
Circa la metà delle scuole ha segnalato casi di interruzione della frequenza durante l’anno, soprattutto nelle terze e quarte superiore, per diversi motivi: nel 28% dei casi si tratta di difficoltà con lo studio, nel 13% di ritiro sociale. La definizione è: “allievo chiuso in casa, che evita i contatti con l’esterno”. Alle scuole medie, invece, nel 40% dei casi è il disagio psicologico a far abbandonare la scuola (nel 9% dei casi avviene in seguito a episodi di bullismo).
Inoltre, 6 ragazzi su 10 non tornano più in classe e quelli che lo fanno continuano ad avere problemi di relazione e di frequenza. Intanto, nei giorni scorsi alla Camera dei deputati sono state votate e approvate mozioni riguardanti proprio gli hikikomori: sia la maggioranza che l’opposizione hanno posto l’accento sull’importanza di prevenire e contrastare questa situazione.
QUI leggi tutte le misure del Governo.
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Fonte: Ufficio scolastico regionale per il Piemonte
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