“Il sesso senza consenso è stupro”, arriva (finalmente) il primo via libera del Parlamento europeo

Una cultura basata sulla discriminazione di genere non può non far tendere l’ago della bilancia verso la colpevolizzazione della persona offesa, ma è ora di dire basta: le Commissioni europee per le libertà civili ei diritti delle donne hanno approvato le modifiche a una proposta di direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica

Assenza di consenso uguale stupro. Non ci sono mezzi termini né mezze misure né, tanto meno, definizioni ad hoc: se manca il permesso tutto ciò che viene dopo è considerato violenza.

Lo si stabilisce finalmente in Europa: “i rapporti sessuali non consensuali sono considerati come stupro”, una delle principali misure contenute nella posizione negoziale del Parlamento europeo approvata in plenaria senza votazione, in vista dell’avvio dei negoziati con il Consiglio dell’Unione europea.

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In particolare, il Parlamento europeo chiede che il consenso venga valutato caso per caso e che l’elenco delle circostanze aggravanti includa le situazioni particolari della vittima come gravidanza, disagio psicologico, l’essere vittima di tratta o in strutture per richiedenti asilo.

Violenza e molestie online

Il progetto di relazione tratta anche delle forme di violenza e molestie online. I deputati chiedono una definizione ampliata di “materiale intimo” che non può essere condiviso senza consenso, per includere immagini di nudo o video non di natura sessuale. La rivelazione di dati personali in questo contesto senza consenso dovrebbe essere punita e dovrebbe essere preso in considerazione il danno economico. L’invio di materiale non richiesto raffigurante i genitali dovrebbe essere classificato come molestia informatica, aggiungono i deputati.

Migliore supporto per le vittime

Gli Stati membri devono garantire assistenza legale gratuita alle vittime, in una lingua a loro comprensibile, raccogliere le prove il più rapidamente possibile e fornire loro un supporto specializzato. Secondo i deputati, le vittime della violenza informatica dovrebbero avere accesso a valutazioni specializzate per identificare le loro esigenze di protezione.

Intanto, cosa accade in Italia – La campagna di Amnesty

In Italia, l’articolo 609-bis del Codice penale prevede che il reato di stupro sia collegato agli elementi della violenza, della minaccia, dell’inganno o dell’abuso di autorità. Ancora e in nessun modo lo stupro viene definito un rapporto sessuale senza consenso.

Intanto, il report Donne vittime di violenza, pubblicato dal dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, mette in evidenza come nel nostro Paese ci sia un preoccupante trend in crescita per le violenze sessuali: dal 2020 l’incremento è stato del 33%: 5.991 casi. Infine, secondo ultimi dati Istat, qui in Italia è ancora ben radicato il pregiudizio secondo cui sarebbe della donna la responsabilità della violenza sessuale subita per il modo di vestire (23,9% degli intervistati) o se sotto effetto di alcool e droghe (15,1%). Il 39,3% degli intervistati ritiene anche che una donna sia sempre in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo desidera.

Ancora un altro sondaggio, fatto da IPSOS per Amnesty International Italia, riporta che il 31% degli Italiani ritiene che il rifiuto di una donna sia un modo per farsi desiderare, direbbe no, ma intenderebbe sì.

Amnesty International rilancia in questi giorni la campagna#iolochiedo, perché il consenso entri nel codice penale anche in Italia, e invita unirsi – anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale – intorno alle donne vittime di violenza, affinché non siano più lasciate sole.

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Fonti: Parlamento europeo / Ministero dell’Interno / Amnesty International Italia

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