Benvenuti in Bhutan, il primo Paese al mondo a emissioni negative di carbonio! Qui, infatti, si assorbe più anidride carbonica di quanta se ne emetta grazie ad alcune politiche straordinarie, costruite sulla felicità piuttosto che sul guadagno finanziario, e sulle sue estese foreste, che coprono il 70% del territorio
Il Bhutan, regno buddista sull’Himalaya orientale, è celebre per i suoi monasteri, le fortezze (o dzong) e gli spettacolari panorami che vanno dalle pianure subtropicali alle ripide montagne e alle loro valli. E non solo: il Bhutan è sia il Paese più felice del mondo sia il più verde del mondo. Negli ultimi 50 anni, il governo bhutanese ha scelto di misurare i progressi oltre il Prodotto Interno Lordo concentrandosi infatti sulla Felicità Interna Lorda (GNH) e ponendo l’accento sulla protezione dell’ambiente.
Non è un caso, infatti, che questo Paese a due passi dall’India sia anche conosciuto come il “Regno della Felicità“, perché la sua Felicità Interna Lorda è tra le più alte sulla Terra ed è calcolata con criteri come qualità dell’aria, salute dei cittadini, istruzione, ricchezza dei rapporti sociali.
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Un “indice” più che positivo cui contribuisce anche il fatto che il Buthan sia l’unico Paese al mondo a emissioni di carbonio negative, il che significa che assorbe più anidride carbonica dall’atmosfera attraverso le sue foreste e le sue pratiche sostenibili di quanta ne emetta.
Dagli anni ’80, il Bhutan ha costruito cinque centrali idroelettriche sparse per tutto il Paese, che rappresentano oggi il 42% della produzione di energia rinnovabile. A queste si è aggiunto negli ultimi anni un forte sviluppo dell’energia solare e della biomassa per soddisfare la domanda.
Perché il Buthan è il primo Paese al mondo a emissioni negative di carbonio
La sua “Politica per le energie rinnovabili alternative“, pubblicata nel 2013, fissa obiettivi per il solare, l’eolico e la biomassa, con l’obiettivo di sviluppare 20 MW di capacità entro il 2025. Per la biomassa, il Bhutan la utilizza attraverso la produzione di biogas, che viene generato da rifiuti agricoli come residui delle colture e letame animale. Il biogas ha via via sostituito i combustibili tradizionali, in particolare la legna da ardere e il carbone, per ridurre l’impatto del cambiamento climatico nelle aree rurali.
Nel frattempo, il Bhutan ha anche iniziato a costruire il suo primo impianto solare su scala industriale con una capacità di 17,38 megawatt, con l’aiuto della Banca asiatica di sviluppo, che dovrebbe terminare la costruzione entro quest’anno.
La piccola nazione, inoltre, che confina con la Cina a nord e con l’India a sud, est e ovest, si estende per circa 38mila chilometri quadrati lungo i quali i terreni forestali coprono circa ben il 70% e fungono, ovvio, da pozzo naturale di carbonio, catturando e immagazzinando l’anidride carbonica dall’atmosfera. Le statistiche del 2017 mostrano che il Bhutan genera 2,2 milioni di tonnellate di CO2, ma ampi tratti delle foreste del Bhutan hanno il potenziale per sequestrare quasi tre volte tale quantità.
Infine, il Bhutan esporta la maggior parte della sua energia rinnovabile generata dai fiumi a scorrimento veloce e grazie a ciò è anche compensare circa 6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
In che modo il Bhutan è diventato un Paese con emissioni di carbonio negative?
Attraverso una rigorosa conservazione e leggi che stabiliscono che almeno il 60% del Paese debba essere coperto da foreste. E così, più della metà del Paese è coperta da foreste nazionali protette, riserve naturali e aree di protezione della fauna selvatica. Il governo crea anche buone condizioni per le persone che vivono nelle aree protette, sia per proteggere la foresta che per prevenire la caccia, l’estrazione mineraria e l’inquinamento delle foreste.
Inoltre, per ridurre la quantità di CO2 prodotta dalla combustione della legna, il governo bhutanese offre agli agricoltori elettricità gratuita e utilizza i suoi numerosi fiumi per generare elettricità; sovvenziona le luci a LED, che sono più rispettose dell’ambiente rispetto ad altri tipi di illuminazione (il Governo ha anche collaborato con Nissan per sviluppare un programma di sovvenzioni per promuovere l’uso di veicoli elettrici in tutta la nazione). Infine, si sono creati dei corridoi biologici che collegano le aree protette tra loro. Pertanto, la vasta diversità di animali è libera di vagare per il paese. Li aiuta ad adattarsi meglio ai cambiamenti climatici e ad aumentare la loro popolazione in modo naturale.
Quello che il Bhutan fa è davvero sorprendente, potrebbero gli altri Paesi imparare da esso?
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