Sono passati tre anni dalla tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola, travolto il 18 gennaio 2017 da un valanga che provocò 29 morti, ma i familiari delle vittime continuano a chiedere giustizia, convinti che i loro cari avrebbero potuto salvarsi.
Sono passati tre anni dalla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto il 18 gennaio 2017 da un valanga che provocò 29 morti, ma i familiari delle vittime continuano a chiedere giustizia, convinti che i loro cari avrebbero potuto salvarsi.
Quel maledetto 18 gennaio nell’hotel che si trovava a 1200 metri, sul versante pescarese del Gran Sasso, ci sono 40 persone. Solo in 11 sopravviveranno. L’Abruzzo è coperto di neve, migliaia sono senza luce e centinaia chiedono aiuto dopo la scossa di terremoto di magnitudo 5.1, con epicentro nell’Aquilano, che fa tremare tutto il centro Italia. Anche gli ospiti dell’Hotel Rigopiano hanno paura, vogliono andar via dal resort ma la neve è troppo alta. Inizia la macchina di richieste di soccorsi.
L’amministratore dell’hotel manda una mail alle autorità: “La situazione è davvero preoccupante”, scrive. Ci sono poi telefonate alla Prefettura, alla Croce Rossa e al Coc di Penne, tutte chiamate che sono venute alla luce solo dopo la tragedia e perché oggetto di nuove denunce nel processo Rigopiano.
Tutte richieste rimaste senza risposta. Gli ospiti aspettano tutti insieme nella hall, ma quando mancano pochi minuti alle 17, una valanga di neve e ghiaccio del peso di 120.000 tonnellate, lanciata ad una velocità compresa fra i 50 e i 100 chilometri orari, travolge tutto.
Uno dei sopravvissuti Giampiero Parete, cuoco di Montesilvano, chiama i soccorsi ma non viene creduto, insiste. La Prefettura lo liquida con la frase: ‘la mamma degli imbecilli è sempre incinta’, solo alle 19 il 118 si metterà in moto. Per i parenti sono ore di angoscia e di attesa: si cerca di non perdere la speranza. Sono giorni in cui l’Italia rimane con il fiato sospeso, ma il 26 gennaio con il recupero degli ultimi corpi il bilancio è tragico. Sono 24 gli indagati. Oggi rimane la voglia di avere giustizia perché, dicono i familiari, se le richieste di aiuto fossero state ascoltate e i soccorsi fossero partiti in tempo, non saremmo qui a ricordare 29 vite spezzate.
Gli eventi di oggi:
Alle 10 ritrovo nei pressi del totem dell’hotel Rigopiano per la preghiera di benedizione. Alle 11 ci sarà la partenza della fiaccolata da Contrada Mirri verso la Chiesa Madre di Farindola. Alle 11.30 si terrà la Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo della Diocesi Pescara-Penne, Monsignor Tommaso Valentinetti e concelebrata da don Luca Di Domizio. Alle 15 ci sarà il ritrovo presso il palazzetto dello sport di Penne (Pescara) dove inizierà la seconda fase della cerimonia di commemorazione. L’evento sarà presentato da Pino Insegno e Federico Perrotta.
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