Hawaii: il telescopio della discordia. Sorgerà sul vulcano sacro ai nativi

E’ una battaglia che va avanti dal 2014 ma adesso sembra arrivata al termine: il Consiglio territoriale delle Hawaii ha concesso il permesso per la costruzione di quello che sarà uno dei più grandi telescopi al mondo su una montagna che i nativi considerano sacra.

È una battaglia che va avanti dal 2014 ma adesso sembra arrivata al termine: il Consiglio territoriale delle Hawaii ha concesso il permesso per la costruzione di quello che sarà uno dei più grandi telescopi al mondo su una montagna che i nativi considerano sacra.

Il vulcano dormiente Mauna Kea è da sempre considerato la dimora delle divinità, ma questo sembra interessare poco al consorzio statunitense-canadese che ha dato il via libera per la costruzione di un enorme telescopio per l’osservazione delle galassie e dei pianeti extrasolari (TMT).

Il progetto, che costerà 1,4 miliardi di dollari, divide da tempo la comunità locale: da un lato c’è chi vede nuove opportunità occupazionali, economiche e scientifiche, dall’altro c’è chi vive questa situazione come un sacrilegio.

Più in generale, potremmo dire che è un vero e proprio scontro tra religione e scienza dove le popolazioni locali ad oggi, hanno avuto la peggio nonostante l’immancabile appoggio degli ambientalisti.

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Foto:TMT International Observatory

Nonostante i tentativi di sabotaggio ai lavori di costruzione, storia, tradizioni e cultura sono stati accantonati perché Mauna Kea è considerato il miglior luogo per il telescopio, che avrà lo specchio primario di un diametro di 30 metri, visto che le sue vette consentono una visione nitida del cielo per 300 giorni all’anno, con uno scarso inquinamento d’aria e di luce.

I lavori erano iniziati nel 2014 ed entro il 2018, il telescopio dovrebbe vedere la luce. Non tutti gli hawaiiani comunque si oppongono, c’è infatti chi dà un’interpretazione diversa alla costruzione.

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Foto: Hollyn Johnson/Hawaii Tribune-Herald/AP

Non sono gli unici a combattere:

Secondo alcuni, gli spiriti degli antenati non sarebbero contrari al fatto che sulla loro “casa” sostano più strutture per l’osservazione spaziale, anzi, potrebbero essere addirittura onorati che la loro dimora sia punto essenziale per il progresso umano e della scienza.

Dominella Trunfio

Foto: ©Keystone

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