Gulabi Gang, le attiviste indiane in sari rosa. Le donne di Bundelkhand, in Uttar Pradesh, una delle zone più povere dal punto di vista economico dell’India, hanno deciso di formare un clan femminile di autodifesa contro le violenze perpetrate dagli uomini nei loro confronti e al fine di combattere la corruzione. Il gruppo di coraggiose attiviste politiche e sorveglianti, denominato Gulabi Gang, è riconoscibile dall’uniforme prescelta: un sari di colore rosa acceso.
Le donne di Bundelkhand, in Uttar Pradesh, una delle zone più povere dal punto di vista economico dell’India, hanno deciso sei anni fa di formare un clan femminile di autodifesa contro le violenze perpetrate dagli uomini nei loro confronti e al fine di combattere la corruzione. Il gruppo di coraggiose attiviste politiche e sorveglianti, denominato Gulabi Gang, è riconoscibile dall’uniforme prescelta: un sari di colore rosa acceso, simbolo della vita.
Le donne del gruppo portano con sé un’arma di difesa, un bastone tradizionale indiano denominato Lathi. Il loro impegno può superare di gran lunga quanto ci si aspetterebbe da un gruppo di vigilanza civile occidentale. Le componenti della Gulabi Gang sono almeno 10 mila in tutto e sono considerate insostituibili in aree dell’India dove la popolazione necessita ogni giorno di difendersi da leggi ingiuste e dai principi che regolano il sistema delle caste.
Uno dei pericoli contro cui la Gulabi Gang si trova più di frequente a combattere è rappresentato da banditi e saccheggiatori. Strenue sono le lotte per la difesa delle terre ancora fertili e contro le violenze ingiustificate rivolte vero i più deboli. La fondatrice della Gulabi Gang è Sampat Pal Devi, attivista e scrittrice indiana nata nel 1960 in Uttar Pradesh, stato dell’India settentrionale, costretta ad un matrimonio combinato quando era ancora bambina, come è accaduto a centinaia di donne indiane.
L’attivista si batte per i diritti delle donne indiane attraverso i propri scritti e collaborazioni con il mondo politico, sebbene abbia rifiutato di entrare e farvi parte ufficialmente, oltre che attraverso il movimento da lei fondato. La Gulabi Gang (dove il termine “gulabi” significa semplicemente “rosa”) è nata nel 2006 per suo volere. Le componenti del gruppo di attiviste sono giudicate come delle vere e proprie eroine dalle donne dei villaggi indiani.
Molte delle donne che compongono la Gulabi Gang appartengono alla casta degli intoccabili, la fascia di popolazione indiana più bisognosa di protezione, ma nelle loro azioni di difesa si prendono carico delle esigenze di tutti gli abitanti, senza tenere conto delle differenze sociali.
Un degli ultimi casi che ha visto al centro l’azione delle attiviste in sari rosa riguarda un episodio di stupro che non è nemmeno stato preso in considerazione da parte delle autorità locali. Gli abitanti del villaggio di appartenenza della donna vittima di violenza, mossisi in protesta, sono stati ingiustamente arrestati.
La Gulabi Gang, sotto la guida di Sampat Pal Devi, ha così organizzato un presidio presso la stazione di polizia, affinché le persone arrestate ingiustamente venissero liberate e fosse aperta una denuncia nei confronti del colpevole. Le attiviste in sari rosa proseguono ad impegnarsi in ogni ambito sociale affinché giustizia venga fatta, non soltanto opponendosi ad episodi di violenza, ma anche impegnandosi affinché vengano create nuove opportunità di lavoro per le donne indiane.
Marta Albè