Il Black Friday è ormai alle porte ed è l’occasione che tante persone attendono per comprare qualcosa che desiderano a prezzi scontati. Ma ne abbiamo davvero bisogno? E quanto pesa questa giornata sui piccoli commercianti e sul nostro pianeta? A dire no a quella che ormai viene definita la giornata mondiale del consumismo sfrenato ci pensano le iniziative del Green Friday.
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Il Black Friday è ormai alle porte ed è l’occasione che tante persone attendono per comprare qualcosa che desiderano a prezzi scontati. Ma ne abbiamo davvero bisogno? E quanto pesa questa giornata sui piccoli commercianti e sul nostro pianeta? A dire no a quella che ormai viene definita la giornata mondiale del consumismo sfrenato ci pensano le iniziative del Green Friday.
Cos’è il Black Friday
Tutti sappiamo che il Black Friday è una giornata (che ormai in realtà è diventata un’intera settimana a cui si aggiunge pure il Cyber Monday, il lunedì successivo dedicato all’elettronica) in cui negozi fisici e online propongono una serie di sconti allettanti per spingerci ad acquistare oggetti, vestiti o quant’altro.
Ma cosa c’è dietro? Il Black Friday nasce negli Stati Uniti nel 1953 e corrisponde al venerdì dopo il giorno del Ringraziamento. Nato con l’intento di favorire lo shopping pre-natalizio, come diverse altre consuetudini americane (vedi Halloween), si è diffuso ormai in tutto il mondo.
L’origine del nome ha due storie diverse, c’è chi ritiene che il termine Black Friday sia nato a Filadelfia con riferimento al terribile traffico stradale dovuto proprio alla caccia agli acquisti (un venerdì nero, insomma, per gli spostamenti) e chi invece vuole che l’origine del nome derivi dai libri contabili dei negozi che indicavano con il colore nero i guadagni e, in media, tutte le imprese passavano dalla penna rossa (quella delle perdite) a quella nera proprio intorno a questa giornata, oltre la quale insomma si ottenevano solo guadagni.
Sarebbe grazie a questo che negli Stati Uniti è possibile proporre buoni sconti. Ma in Italia anche è così? Purtroppo no!
Black Friday e piccoli negozianti
I piccoli negozianti sembrano quasi costretti a partecipare a questa giornata pena la perdita di possibili acquisti o peggio ancora di clienti. La stragrande maggioranza dei grandi produttori e distributori promette infatti per questo giorno sconti eccezionali.
Il problema è che i “pesci più piccoli” vengono strozzati da questo sistema come ha spiegato molto bene su Facebook la pagina di Gagolini, negozio green di articoli per bambini (ma il discorso vale per tutti i piccoli commercianti). Nel nostro paese:
“il 29 novembre è schiacciato tra il pagamento di Iva e contributi trimestrali del 18 novembre e l’anticipo Iva di dicembre che si fa calcolando l’80% di quanto venduto nel trimestre dell’anno precedente. Chiedono un anticipo su cose che non abbiamo nemmeno venduto neanche un mese dopo il pagamento di trimestrale Iva e contributi”
Non possiamo quindi prendere sconti eccezionali se non sulla pelle di chi sta lavorando in un piccolo negozio con tutte le fatiche del momento.
Black Friday e inquinamento
Da non sottovalutare poi è l’impatto ambientale del Black Friday, quello prodotto dalle auto di chi si reca a fare acquisti e dai furgoni che girano per tutto il mondo per consegnare pacchi e che comportano pesanti emissioni di CO2 in atmosfera.
Pensiamo poi alla montagna di rifiuti generata dagli imballaggi di tutti i prodotti che si acquistano: cartoni, plastica, polistirolo e tanti altri materiali utilizzati a dismisura dalle aziende per confezionare oggetti, vestiti, elettrodomestici, ecc.
E’ evidente che il costo ambientale e sociale di questa giornata è davvero considerevole.
Al Black Friday preferiamo il Green Friday
Per dire no a tutto questo e alla logica che c’è dietro al Black Friday è ormai da qualche anno che in Francia, su idea di Envie, una rete di imprese eco-solidali, è nato il Green Friday, alternativa che preferisce il verde al nero.
L’idea raccoglie l’adesione di sempre più aziende che vogliono sensibilizzare i consumatori sull’importanza di acquistare in maniera consapevole, senza diventare vittime del consumismo e boicottando di fatto il Black Friday.
Per farne parte sono necessarie tre condizioni:
- astenersi da qualsiasi promozione di venerdì
- donare il 10% del fatturato del giorno a un’associazione tra le quattro proposte (Zero Waste France, Stop Programmated Obsolescence, Ethics on the Label and Friends of the Earth).
- promuovere un consumo responsabile
Quest’anno poi si è aggiunta, sempre in Francia, anche un’altra iniziativa quella del Make Friday green again, movimento a cui hanno aderito già oltre 400 aziende e che vuole favorire il riciclo, il riuso e il risparmio.
E in Italia?
Anche in Italia è arrivato il Green Friday e sono diverse le iniziative. La più importante è quella a cui hanno aderito 15 negozi italiani che fanno parte della Rete di Botteghe Sfuse Indipendenti che doneranno il 10% del fatturato di venerdì 29 a Legambiente che utilizzerà i fondi per progetti di informazione e sensibilizzazione sul tema dei rifiuti (produzione e riduzione).
Vi è poi Cortilia che ha lanciato il Fair Friday: dal 25 al 29 novembre i clienti avranno la possibilità di acquistare sulla piattaforma una selezione di prodotti sostenibili a prezzi scontati. In sostanza i prodotti saranno “equamente” ribassati in modo che siano convenienti per i clienti e per chi li realizza.
Anche Rifò dice no al Black Friday e sì alla variante green. Per tutta la settimana fino al 2 dicembre il marchio devolverà 5 euro per ogni prodotto acquistato sul sito contribuendo alla raccolta fondi di Fashion Revolution, movimento internazionale che si batte affinché i vestiti vengano realizzati in condizioni giuste e umane.
Se vogliamo comprare qualcosa, quindi, facciamolo nei piccoli negozi anche se lo sconto è minore o non c’è affatto. In alternativa possiamo partecipare, come gli scorsi anni, al Buy Nothing Day, ossia evitare proprio di fare acquisti il giorno del Black Friday.
Ambiente e portafoglio ringraziano!
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