Vivere come un folletto, ovvero in "Goblin Mode": ecco l'espressione più usata del 2022, che meglio rappresenta il tempo in cui viviamo
Ogni giorno utilizziamo decine, centinaia di parole per comunicare in forma orale o scritta con amici, familiari, colleghi. Il nostro vocabolario può essere più o meno vasto, a seconda dei contesti in cui lo stiamo utilizzando, ma tutti noi abbiamo una parola, o un’espressione, che finiamo per utilizzare più spesso delle altre.
Nelle nostre scelte linguistiche siamo influenzati dalla contingenza politica o sanitaria (come è avvenuto per tutto il lessico legato al Coronavirus), o magari dalle mode che si impongono sul social network che frequentiamo più spesso.
Come ogni anno, i ricercatori della Oxford University hanno esaminato le abitudini linguistiche che gli inglesi hanno avuto negli ultimi dodici mesi e hanno condotto anche alcuni sondaggi per determinare con certezza quale fosse la parola che meglio riflettesse l’umore, le sensazioni e le preoccupazioni che le persone hanno sperimentato durante il 2022.
La parola del 2022
La parola – o, meglio, l’espressione che meglio sembra caratterizzare l’anno che ci accingiamo a salutare è Goblin Mode, che potremmo tradurre con “modalità folletto”. Questa espressione indica un tipo di comportamento che è fin troppo autoindulgente, pigro, sciatto o avido, tipico di qualcuno che rifiuta di soddisfare le aspettative sociali.
La modalità Goblin parla davvero dei nostri tempi, ed è certamente un’espressione del 2022. Le persone guardano alle norme sociali in modi nuovi. Dà alle persone la licenza di abbandonare le norme sociali e abbracciarne di nuove – spiega il linguista Ben Zimmer.
L’espressione è nata nel 2009 ed è stata vista per la prima volta sul social Twitter, ma è solo nel febbraio di quest’anno che è davvero esplosa, iniziando a comparire sempre più spesso anche nei titoli dei giornali e sul web.
Dopo le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 e i lunghi periodi trascorsi in isolamento sociale, molte persone sembrano aver rinunciato all’idea di tornare a una vita “normale” e agli standard di socialità pre-pandemia, o si sono ribellati agli standard estetici sempre più irraggiungibili e agli stili di vita insostenibili esibiti sui social media.
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Le altre parole dell’anno
Al secondo posto come parola più usata dell’anno, secondo i ricercatori inglesi, vi è Metaverso, ovvero “un (ipotetico) ambiente di realtà virtuale in cui gli utenti interagiscono tra loro con gli avatar e l’ambiente circostante in modo coinvolgente, a volte ipotizzato come una potenziale estensione o sostituzione di Internet, social media, eccetera.”
Anche in questo caso, la parola non è nata quest’anno, ma la sua origine risale addirittura agli anni Novanta del secolo scorso, quando Neal Stephenson inserì il Metaverso nel suo romanzo fantascientifico “Snow Crash”.
E in effetti, fino allo scorso anno, il Metaverso era pura fantascienza, ma ora si sta imponendo come realtà in piena realizzazione, grazie ai massicci investimenti del colosso Facebook in questa direzione. Le parole che ricorrono comunemente vicino a Metaverso includono Web3 , virtual , NFT , crypto , build e vision.
Al terzo posto della classifica troviamo invece l’espressione I Stand With (Io sto con), molto spesso utilizzata come hashtag sui social per mostrare la propria solidarietà e vicinanza ad una particolare causa sociale. Un caso è quello dello slogan I stand with Ukraine, “Io sto con l’Ucraina”.
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Fonte: Oxford Languages
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