Oggi, 12 ottobre, è la Giornata della Resistenza Indigena. In Venezuela dal 2002 si parla di Día de la Resistencia Indígena.
Oggi, 12 ottobre, è la Giornata della Resistenza Indigena. In Venezuela dal 2002 si parla ufficialmente di Día de la Resistencia Indígena.
La giornata del 12 ottobre riunisce due aspetti: l’arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo e l’inizio della lotta dei popoli indigeni per resistere alle mire di espansione dell’Occidente. Ecco perché in molti Paesi delle Americhe si parla di Columbus Day per commemorare l’impresa di Cristoforo Colombo mentre in altri si ricorda e si riflette sul dramma ancora attuale delle popolazioni indigene i cui diritti tuttora non vengono rispettati.
Inoltre in America Latina (ed in alcune comunità latinoamericane negli USA) il giorno dell’arrivo di Colombo nel continente viene celebrato con il nome di Dia de la Raza o Dia de la Hispanidad (letteralmente “Il Giorno della Razza”) e si commemora il primo incontro tra gli Europei e i nativi americani.
Il 12 ottobre dunque si ricorda la scoperta di un nuovo continente ma non bisogna dimenticare l’altra faccia della medaglia, quella che vede al centro il dramma delle popolazioni indigene di fronte ai conquistatori.
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Non dobbiamo dimenticare infatti che le popolazioni indigene furono vittime della violenza perpetrata dai conquistatori spagnoli e che le loro condizioni di vita e di sopravvivenza sono tuttora minacciate.
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Le tribù indigene sono considerate delle minoranze a cui sottrarre senza problemi le terre ancestrali su cui hanno vissuto per secoli, in nome dello sviluppo economico del mondo contemporaneo. I loro diritti vengono calpestati dalle multinazionali che sono alla continua ricerca di espansione territoriale ed economica.
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Sono ancora all’ordine del giorno gli omicidi e gli sfratti contro i popoli che difendono le terre ancestrali. Gli indigeni Guaranì sono costantemente sotto attacco in Brasile e muoiono per difendere le proprie terre e i propri diritti. Non dimentichiamo gli indigeni picchiati e sfrattati per far posto alle coltivazioni di olio di palma.
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Gli indigeni del Perù hanno vissuto di recente uno stato di emergenza a causa dell’avvelenamento da mercurio e ora sono minacciati dall’avanzata delle multinazionali che vogliono ricercare il petrolio nelle terre in cui vivono. Gli indigeni brasiliani subiscono attacchi dalle multinazionali che vogliono sfruttare le foreste. La situazione drammatica non riguarda soltanto le popolazioni indigene dell’America Latina ma anche i popoli tribali di tutto il mondo, dall’Africa all’Indonesia.
A lungo i popoli indigeni sono stati considerati ‘incivili’, ma chi sta mostrando la vera inciviltà nei loro confronti?
Firma qui la petizione per difendere i popoli indigeni dalla deforestazione e dalle attività petrolifere.
Marta Albè