Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down (o Trisomia 21) arrivata all’undicesima edizione. La campagna di quest’anno ha un titolo molto provocatorio “How do you see me?”, come mi vedi?
Il 21 marzo non segna solo l’arrivo della primavera. Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down (o Trisomia 21) arrivata all’undicesima edizione. La campagna di quest’anno ha un titolo molto provocatorio “How do you see me?”, come mi vedi?
La giornata è un’ottima occasione per riflettere: può questa condizione (causata dalla presenza di un cromosoma in più) rendere le persone che ne sono affette incapaci di vivere una vita piena e felice? Assolutamente no! Il problema sta nella prospettiva sbagliata con cui troppi ancora si approcciano ai Down pensando che non possano avere una vita fatta di risate, corse, pianti, sogni e desideri, proprio come tutti noi.
È tempo ormai di superare stereotipi e luoghi comuni come quelli che fanno credere che la persona affetta da sindrome di Down sia “diversa”, nell’eccezione più negativa del termine. In realtà, come dimostra il bellissimo video ideato in occasione della giornata, tutti noi (senza nessuna eccezione) ci vediamo protagonisti di una vita che può essere meravigliosa se solo lo vogliamo. E i Down in questo senso hanno probabilmente anche qualcosa in più da insegnarci visto che, nonostante le difficoltà che vivono ogni giorno, non perdono mai il loro caratteristico sorriso.
Protagonista del video AnnaRose, una giovane ragazza affetta dalla sindrome di Down che, impersonata dall’attrice americana Olivia Wilde, ci svela il modo in cui lei si vede e percepisce tutti i giorni. AnnaRose studia, lavora part-time, gioca a basket ed è circondata dall’affetto di parenti e amici, insomma alla sua vita non manca proprio nulla.
L’obiettivo del video è ovviamente quello di far vedere le cose da un’altra prospettiva e far capire a tutti che, anche se con un cromosoma in più, queste persone possono vivere una vita molto soddisfacente. Vi ricordate ad esempio di Gianluca Spaziani, down e laureato in lettere? Ebbene nulla è impossibile, i limiti sono spesso solo nelle nostre teste.
Come si legge nel comunicato stampa del Coordown, coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, che ha lanciato la campagna:
“Uno sguardo può essere amichevole, incoraggiante, rispettoso oppure freddo, sprezzante, discriminatorio. La piena inclusione delle persone con sindrome di Down passa anche dallo sguardo degli altri, dai pregiudizi della società e dalle possibilità che vengono loro offerte”.
Ecco, non dimentichiamolo mai ogni volta che abbiamo la fortuna di incontrare una persona affetta da Trisomia 21. La campagna “How do you see me?” è stata lanciata anche sui maggiori social network con l’hashtag #HowDoYouSeeMe e #WDSD16.
Francesca Biagioli
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