I Would Kill Hitler: A Party Game of Hilarious Hypotheticals è un assurdo gioco da tavolo a sfondo nazista in cui si ironizza su quanto accaduto durante l’Olocausto. Una discendente di sopravvissuti a tali orrori l’ha visto in un negozio di giochi e ne ha denunciato l’esistenza, suscitando un’ondata di proteste
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Una discendente australiana di sopravvissuti all’Olocausto si è detta “disgustata” dopo essersi imbattuta in un riferimento scherzoso ad Adolf Hitler, il dittatore che uccise i suoi antenati, in un negozio di giochi di Melbourne. Natalie Siegel stava acquistando un regalo a sorpresa per la figlia di 11 anni al Games World, nella zona est della città, quando ha notato il gioco.
Intitolato “I Would Kill Hitler: A Party Game of Hilarious Hypotheticals” (Vorrei uccidere Hitler: un gioco di ipotesi esilaranti) si descrive come “il primo gioco fatto per dispetto!”. Nella descrizione si legge:
Il gioco è semplice! I giocatori rispondono a ‘Cosa faresti?’ con ipotesi originali usando le carte che hanno in mano per completare la loro storia! Si ispira a un esercizio di riscaldamento improvvisato che i creatori fanno prima degli spettacoli, ma è stato messo a punto e lavorato per essere estremamente accessibile.
La rabbia della signora Siegel
La signora Siegel ha detto di essere rimasta “stupita” quando ha visto il gioco sullo scaffale, ma la sensazione si è trasformata rapidamente in rabbia. Ha dichiarato:
Quando ho visto le parole ‘Hitler’ e ‘esilarante’ nella stessa frase, sono rimasta disgustata e scioccata. Mi ha fatto infuriare il fatto che il gioco fosse stato realizzato, ma ancora di più il fatto che venisse venduto in un negozio. Hitler ha ucciso sei milioni di ebrei. Ha gassato i miei parenti. È davvero nauseante che qualcuno faccia soldi con questo gioco e che i negozi australiani lo approvino.
La signora Siegel, che è ebrea, è la diretta discendente di persone sopravvissute all’Olocausto. Entrambe le sue nonne sono state imprigionate e altri membri della sua famiglia sono stati uccisi nei campi nazisti. Questo spiega ancor di più la sua reazione oltraggiata:
Ero molto legata a loro e alle loro storie. Ho sentito la responsabilità nei confronti dei miei nonni e di quei sei milioni di ebrei di non sopportare tutto questo. Le persone pensano che l’Olocausto sia accaduto tanto tempo fa, forse non conoscono nessuno che l’abbia vissuto o non è vicino a casa loro, ma viviamo ancora in un mondo antisemita, e questo inizia con i giochi che ridono di Hitler.
La difesa del direttore del negozio
Il direttore del negozio Southland Games World, dove la signora Siegel ha visto esposto il gioco da tavolo, messo alle strette si è dovuto difendere. Ha sostenuto che “il gioco in sé non è offensivo”, anche se ha ammesso che “personalmente” non gli piace il titolo:
È un party game divertente. Sono d’accordo sul fatto che il nome non piaccia a molte persone. Tuttavia, anche se il nome è controverso, credo che sia stato pensato per attirare l’attenzione, a torto o a ragione.
Eppure qualche remora sul gioco la aveva, dato che ha confessato che la sua politica era quella di tenere “I Would Kill Hitler” lontano dalla vista del pubblico:
Di solito non lo teniamo nei nostri negozi sullo scaffale. In alcuni negozi è dietro il bancone. Lo stock non doveva essere visibile al pubblico.
L’indignazione del presidente della Commissione Antidiffamazione
La rabbia della signora Siegel si è ben presto diffusa sui social e non solo. Dvir Abramovich, presidente della Commissione Antidiffamazione, ha fatto sapere che la sua organizzazione “non si fermerà” finché il gioco di carte non sarà rimosso dal magazzino.
Si è così scoperto che il gioco, che è commercializzato per i bambini di età superiore ai 14 anni, è disponibile in almeno cinque rivenditori australiani. Abramovich ha affermato:
Vergogna a coloro che hanno creato il gioco e alle aziende che lo vendono, Un mostro brutale, responsabile dello sterminio di sei milioni di ebrei e di milioni di altre persone, non dovrebbe essere il titolo di un gioco da tavolo. Si può solo immaginare il dolore e l’offesa morale che un sopravvissuto all’Olocausto proverebbe entrando in un negozio e sapendo che quest’uomo malvagio è ora associato a un intrattenimento accessibile e a buon mercato. Questo gioco fornisce un’altra via popolare per normalizzare il nome di Hitler e raggiungere una nuova generazione di giovani che potrebbero pensare che Hitler sia davvero ‘cool’. Peggio ancora, lo separa dai crimini orribili e disumani che lui e i nazisti hanno commesso.
Ci auguriamo che alle parole di Abramovich facciano seguito anche le azioni, rimuovendo immediatamente questo assurdo gioco dai negozi. L’auspicio è anche che i produttori – e chi lo ha commercializzato – pongano le proprie scuse a chi questi orrori li ha vissuti veramente sulla propria pelle e in famiglia e non certo per “gioco”.
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