Tre ginnaste tedesche hanno deciso di dire la loro contro la sessualizzazione nello sport e la strumentalizzazione del corpo della donna.
Dire di no alle convenzioni, quelle che vogliono body e lustrini, e indossare una tuta che copra la gamba intera e che faccia sentire a proprio agio. Il motivo? Il tuo lavoro è quello di fare un buon esercizio, non di attirare l’attenzione, anche sessuale, soltanto sul tuo corpo.
Così tre ginnaste della squadra femminile tedesca ai Campionati Europei di Ginnastica Artistica di Basilea, in Svizzera, hanno deciso di dire la loro contro la sessualizzazione nello sport e la strumentalizzazione del corpo della donna. E hanno fatto centro.
Tutto è partito da lei, da Sarah Voss, poco più che ventenne, che si è presentata agli Europei con una tuta intera.
Nera, aderente per non la necessaria libertà di movimento, e bellissima.
“Le nostre ragazze vogliono essere modelli per le giovani ginnaste e far vedere loro che possono mostrarsi in modo differente senza sentirsi a disagio”, scrive su Twitter la Deutscher Turner-Bund, la federazione sportiva della Germania.
Gegen Sexualisierung im Turnen: EM-Turnerinnen des DTB starten in Basel in langem Turn-Anzug. Ziel ist ästhetisch präsentieren – ohne sich unwohl zu fühlen. #gymnasticalliance @SarahVo46143738 pic.twitter.com/tQbhZE0CHn
— Deutscher Turner-Bund (@dtb_online) April 21, 2021
Dopo Sarah, altre due ginnaste tedesche hanno poi indossato una tuta simile. L’allenatrice Ulla Koch ha aggiunto che ognuno dovrebbe decidere con quale abbigliamento gareggiare “in base a ciò che lo fa stare bene”.
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Proprio così, ognuna deve sentirsi libera di scegliere cosa mettersi addosso. E piacere solo a se stessa.
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