I genitori elicottero sono quelli troppo protettivi e che controllano la vita dei figli. Un atteggiamento che rischia solamente di danneggiarli, ostacolando la loro crescita emotiva
Il fenomeno dei “genitori elicottero” è diventato sempre più comune negli ultimi anni con un vero e proprio boom di recente soprattutto negli Stati Uniti ma sta iniziando a manifestarsi anche in Italia. Il termine indica quei genitori che tendono a essere iperprotettivi e a controllare eccessivamente la vita dei loro figli, cercando di risolvere ogni problema al posto loro.
Questa tendenza è particolarmente evidente durante i periodi di transizione, come l’ingresso all’università, quando i genitori si mostrano preoccupati per la capacità dei figli di affrontare le sfide da soli. Il nome “genitori elicottero” si riferisce al fatto che queste madri e padri sorvolano costantemente sulla vita dei loro figli, come un elicottero che non si allontana mai.
Vogliono assicurarsi che ogni aspetto della loro vita sia perfetto, spesso con l’intenzione di evitare ogni fallimento o difficoltà. Anche se questo comportamento nasce dalla buona volontà, in realtà può avere effetti negativi a lungo termine. Invece di aiutare i figli a sviluppare indipendenza e resilienza, i genitori elicottero rischiano di ostacolare la loro crescita emotiva, rendendoli meno capaci di affrontare le sfide della vita da soli.
Non bisogna proiettare la propria ansia sui figli
Una delle principali ragioni per cui questo fenomeno è in crescita è legata all’ansia genitoriale. In una società sempre più competitiva, molti genitori vedono il successo dei figli come una riflessione del proprio valore e temono che anche un piccolo errore possa compromettere il loro futuro.
Di conseguenza, cercano di proteggere i ragazzi da qualsiasi situazione che possa causare stress o difficoltà. Alcuni addirittura arrivano a organizzare gli appuntamenti terapeutici per i figli o a intervenire nei conflitti tra compagni di stanza al college, privandoli dell’opportunità di imparare a gestire i propri problemi.
La tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale nell’amplificazione di questo comportamento. L’accesso costante a strumenti di monitoraggio, come i registri elettronici scolastici, permette ai genitori di controllare in tempo reale le prestazioni scolastiche e i movimenti dei figli. Questo tipo di sorveglianza può alimentare un senso di sicurezza momentanea per i genitori, ma alla lunga compromette la capacità dei ragazzi di prendere decisioni autonome.
È fondamentale per i genitori imparare a gestire la propria ansia senza trasferirla sui figli. È importante che i ragazzi possano sperimentare fallimenti e sfide, poiché questi momenti rappresentano opportunità di crescita personale.
Un genitore che interviene continuamente non fa che rendere il processo di crescita più difficile e limitato. Cambiare mentalità significa considerare l’autonomia dei figli come un segno del proprio successo come genitori, riconoscendo che permettere loro di affrontare le difficoltà è il miglior modo per prepararli alla vita adulta.
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